La Nuova Sardegna

Il direttore di Agris: «Subito la legge per salvare le piante»

di Pier Giorgio Pinna
Il direttore di Agris: «Subito la legge per salvare le piante»

Sul web raccolta di firme per respingere le richieste olandesi Interrogazione di Sale: no ai saccheggi delle risorse naturali

04 giugno 2014
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SASSARI. Il tempo stringe. Per salvare le specie botaniche dell'isola finite nel mirino delle multinazionali è indispensabile fare in fretta. Molto in fretta. Il perché lo chiarisce il direttore (uscente) di Agris, l'agenzia della Regione contattata dal gruppo olandese interessato a prelevare campioni di genoma da antichissime piante sarde. «La società Rijk Zwann si è rivolta ad Agris dopo aver avuto un via libera in questo senso dal ministero dell'Agricoltura - sottolinea in premessa Martino Muntoni - I loro delegati dovrebbero arrivare nell'isola a metà luglio per una prima visione dei temi al centro dei loro interessi. Noi finora non abbiamo espresso né un sì né un atteggiamento sfavorevole. Siamo però in presenza di un vuoto normativo. E quindi non ho potuto dire di no in partenza».

Posizioni in campo. E se l’altro ieri gli assessori all'Ambiente e all'Agricoltura hanno confermato la loro contrarietà a rilasciare qualsiasi genere di autorizzazione, il dirigente regionale spiega ancora: «Saremo davvero al sicuro, in condizioni di opporci, soltanto se nel frattempo sarà varata la proposta di legge che vede primo firmatario Luigi Lotto e se l'iniziativa verrà estesa alle specie diverse da quelle produttive. Non appena queste disposizioni verranno approvate, sarò il primo a scrivere ai rappresentanti della multinazionale per annullare qualsiasi sopralluogo».

Mobilitazione. Intanto la protesta contro le incursioni cresce. E non sembra destinata a cessare facilmente. Anche perché sono in gioco alcuni valori fondamentali legati all'autonomia e alla gestione delle risorse che rientrano nel patrimonio storico e ambientale. Così in queste ore a livello politico vengono presentate interrogazioni. Mentre in Rete prosegue la raccolta di firme promossa per respingere con forza le domande di sfruttamento arrivate dal nord Europa.

Salvaguardia. Questo il link di riferimento per aderire: http://bit.ly/brevettopiante. Finora l'iniziativa ha visto il contributo di oltre mille persone, che hanno già sottoscritto la scheda. «La natura non si brevetta, no agli ogm e alle sperimentazioni genetiche, sì alla salvaguardia e alla tutela della biodiversità»: ecco che cosa scrivono i promotori. Che hanno riscosso non soltanto consensi i termini numerici, ma raccolto anche una serie di commenti e prese di posizione, tutte a favore della salvaguardia di beni preziosi come le piante. L'idea della petizione fa capo al gruppo facebook Sa comunicantia. Il pericolo legato alle richieste made in Nederland riguarda soprattutto alcune specie coltivabii negli orti: lattughe, finocchi, indivie, cicorie. Tutte piante autoctone di origine remota e persino ancestrale, tipiche dell’isola. A fare gola, naturalmente, sono i principi attivi custoditi nei loro geni. Che potrebbero essere riprogettati con qualche modifica. E poi rivenduti nel mondo con tanto di copyright inviolabile.

Gli interventi. «La Sardegna, ancora una volta, rischia di essere soggetta a un saccheggio di risorse naturali», denuncia invece in un’interrogazione il consigliere regionale indipendentista Gavino Sale (Irs). Si deve impedire perciò, aggiunge, «che l’isola venga derubata del suo patrimonio genetico senza che nessuna ricaduta economica e sociale si verifichi per le nostre comunità». «Il tema della biodiversità – incalza – è un argomento di vitale interesse per il futuro del pianeta. Tanto che l’organizzazione delle Nazioni Unite ha definito il 2010 come l’Anno internazionale della biodiversità e il periodo 2011-2020 dichiarato il Decennio della differenziazione biologica».

Fine dei pericoli? «Chiediamo l’impegno del governo sardo perché siano prese le iniziative necessarie – sostiene l’esponente di Irs – Ovvero bloccare la speculazione e valorizzare il nostro patrimonio naturale, grande fonte di ricchezza». «Dobbiamo essere capaci di usare queste risorse per generare tutte le opportunità di sviluppo economico», afferma Sale.

Buchi normativi. Nel frattempo, come ricorda il docente di botanica Ignazio Camarda, uno dei primi esperti a sollevare la questione dello sbarco targato Nederland, in Sardegna non esiste neppure la legge forestale per affrontare anche casi del genere. «Una normativa che invece potrebbe portare, attraverso la vigilanza, alla tutela indiretta di tante specie», rileva il naturalista.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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