La Nuova Sardegna

Firino: «La cultura è sviluppo» La conoscenza come risorsa

di Sabrina Zedda

CAGLIARI. Che in Italia con la cultura ancora non si mangia è un fatto, eppure è innegabile che sia questo il settore su cui puntare per crescere. Perché gli attuali sconvolgimenti, che ci ostiniamo...

08 giugno 2014
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CAGLIARI. Che in Italia con la cultura ancora non si mangia è un fatto, eppure è innegabile che sia questo il settore su cui puntare per crescere. Perché gli attuali sconvolgimenti, che ci ostiniamo a chiamare crisi, stravolgeranno a tal punto gli assetti sociali ed economici da rendere il sapere sempre più importante. Si è parlato anche di questo a Leggendo Metropolitano. Merito dell’incontro “Scacco al re. Idee dal manifesto Niente cultura, niente sviluppo, promosso dal Sole 24 ore”, con il giornalista Armando Massarenti, responsabile dell’inserto culturale del Sole 24 ore, l’economista Vittorio Pelligra e gli assessori alla cultura del comune di Cagliari e della Regione, Enrica Puggioni e Claudia Firino.

Il punto di partenza è il filo lasciato in sospeso due anni fa dal festival quando, a pochi mesi dalla sua pubblicazione, il Manifesto del Sole 24 ore era stato presentato per parlare appunto di cultura e sviluppo. Che cosa è successo nel frattempo? Dalla “crisi” ancora non si è usciti e anzi, avverte Massarenti, «non illudiamoci troppo quando ci parlano di “qualche segnale”: basta guardare i dati sulla disoccupazione». Eppure due o tre cose positive ci sono state, dice il giornalista. A cominciare dalle parole del ministro della Cultura Franceschini sul fatto che i Beni culturali andrebbero considerati ministeri dell’economia. «Altra cosa – aggiunge Massarenti – è stata la nomina da parte del Presidente della Repubblica di quattro senatori a vita esponenti di spicco del mondo della cultura». La scelta del maestro Claudio Abbado (poi scomparso), dell’architetto Renzo Piano, dello scienziato Carlo Rubbia e dell’accademica Elena Cattaneo da qualcuno è stata male accolta e questo, osserva Armano Massarenti, ha lasciato passare sottotraccia la portata dell’evento: è stato fatto entrare in Parlamento un quartetto «portatore della cultura dei fatti e delle competenze». Parlare di cultura senza però avere gli strumenti sarebbe vano, da qui la necessità di educare i cittadini a divenire dei consapevoli fruitori di questo prodotto. Per fare questo per Vittorio Pelligra occorre «creare condizioni di accesso alla cultura che siano precoci e uguali per tutti». Significa che occorre dare alcuni input presto, «prima dei sei anni», aggiunge Pelligra.

L’assessore Claudia Firino guarda all’istruzione in modo trasversale: «Cultura e istruzione sono un valore in sé. E questo legittima il sostegno pubblico».

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