La Nuova Sardegna

«I soldi li ha sprecati la politica, non i minatori»

«I soldi li ha sprecati la politica, non i minatori»

Critici i sindacati. Enne (Cisl): solito discorso, chiudiamo e poi vediamo cosa fare Mereu (Cgil): il turismo non basta, la Regione spieghi quale sarà il nostro destino

22 giugno 2014
3 MINUTI DI LETTURA





NURAXI FIGUS. Il segretario Cisl del Sulcis Iglesiente, Fabio Enne, non è precisamente di buon umore quando parla del destino della Carbosulcis. «La miniera è improduttiva ma io le uniche miniere produttive che conosco sono quelle di diamanti. Credo che sia indispensabile dire una cosa: c’è un piano che non è stato discusso con i sindacati e il piano è la chiusura graduale della miniera. Quando Bruxelles aveva chiesto: fate una proposta sul carbone Sulcis e sul suo utilizzo e quindi con il mantenimento in produzione della miniera, poneva due questioni fondamentali. La prima rinunciare al sostegno dei fondi regionali, pena l’avvio del procedimento di infrazione. Cosa che ha fatto. La seconda, che la miniera fosse produttiva. Lo studio fatto dalla Carbosulcis prevedeva un investimento di 1.200 milioni e una produzione di un milione 200mila tonnellate annue di carbone, condizione per mantenere la miniera in produzione e in utile. Bruxelles chiese un piano spendibile, con investimenti ridotti a meno della metà. Più si riduceva la produzione del carbone, però, più antieconomica diventava la miniera. Dopo tante discussioni si è arrivati al piano numero tre, la chiusura graduale della miniera». Quello che è venuto meno, secondo Enne è il perseguimento della mission di Carbosulcis e il fallimento della privatizzazione: «Doveva fornire energia a prezzi competitivi alle industrie sarde, attraverso un processo di privatizzazione della società. Parte il primo bando e va deserto per le incertezze sul CIP6. Il secondo bando è stato ritirato per mancanza di condizioni. Ora bisogna che al posto della Carbosulcis si costruisca qualcosa che dia linfa occupazionale ed economica, altrimenti fermi cinquecento buste paga e non hai niente come contropartita. Siamo di fronte al solito discorso: chiudiamo e vediamo cosa fare dopo e il dopo è sempre niente». Più esplicito sulle prospettive della miniera Sandro Mereu, della Cgil. «Per quanto mi riguarda – dice – il carbone può avere ancora un futuro, utilizzando nuove tecnologie, puntando sullo stoccaggio della Co2, su progetti, studiati dai nostri ingegneri, che permettono di abbattere la percentuale di zolfo. Puntare, certo, anche sulla riconversione turistica, come hanno fatto in Belgio, Germania, Francia. Abbiamo acque sulfuree a 43 gradi. Potrebbero essere usate per impianti termali . Ma da solo il turismo non basta. La verità e che sono stati spesi fiumi di denaro, a cominciare dai 505 milioni dati all’Eni, che li ha spesi e se ne è andato, ai circa 50 milioni milioni l’anno spesi dalla Regione. Ma i minatori hanno ricostruito una miniera nuova e moderna in questi anni. I soldi non li hanno sprecati loro. Sono stati dati alla politica e la politica li ha consumati. quello che ci preoccupa di più, in questo momento è l’incertezza, la mancanza di comunicazione da parte della Regione, su un piano approvato dalla giunta Cappellacci e non finanziato. Un sistema che ha consegnato la patata bollente a Pigliaru, e ancora l’assessore all’Industria del nuovo governo regionale non ha incontrato i lavoratori per spiegare quale sarà il nostro destino».(f.t.)

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative