Orgoglio gay, ad Alghero il Sardegna Pride
Un lungo e colorato corteo si è snodato da viale Sardegna al porto. Poi spettacolo e da mezzanotte festa al Ruscello - FOTO
ALGHERO. Rumorosa, colorata con centinaia di palloncini, a tratti irridente ma senza eccessi. Così la parata del Sardegna Pride, ieri ad Alghero, che partita (con forte ritardo) dalla zona della Pietraia, ha percorso il Lido e il Lungomare per arrivare in porto dove si è tenuto il previsto concerto-spettacolo. Un corteo che ha visto la partecipazione di quasi duemila persone – provenienti da tutta Europa e presenti “a titolo individuale” o sotto le insegne di numerose associazioni, partiti, movimenti – applaudite da migliaia di algheresi molti dei quali si sono poi accodati
Una manifestazione che, in contemporanea, si è tenuta in altre nove città italiane per ricordare il 28 giugno del 1969, quando per la prima volta gay e lesbiche si ribellarono all’ennesima retata della polizia di New York. Per tre giorni il Greenwich Village fu teatro di scontri violentissimi, una ribellione che diede l’avvio al movimento di liberazione omosessuale. Negli ultimi 45 anni la giornata dell’orgoglio gay, lesbico, bisessuale e transessuale ha attraversato il mondo occidentale, sollevando un velo di ipocrisia e mettendo in evidenza i problemi che le coppie gay devono affrontare quotidianamente.
Ma la giornata del Gay Pride è anche una richiesta ben precisa: quella di eguali diritti per tutte le coppie, omosessuali ed eterosessuali. Soprattutto il diritto a non essere discriminati per l’orientamento sessuale. Il Gay Pride, ad Alghero il Sardegna Pride, è quindi una manifestazione politica, di rivendicazione e di libertà. La «libertà di scegliere chi amare», si leggeva in alcuni dei manifestini che i partecipanti alla sfilata portavano orgogliosamente al collo. Il Sardegna Pride, è stato ribadito spesso in questi giorni, è soprattutto una grande festa variopinta che ieri ha attraversato la città. E senza creare eccessivi problemi alla circolazione. Gli automobilisti hanno accettato senza eccessive proteste le deviazioni alla viabilità, che peraltro ha trovato facile sfogo (anche se non sono mancati gli inevitabili rallentamenti) nelle strade adiacenti via Lido. In testa al corteo, lo striscione del Sardegna Pride 2014, che forse ha un po’ deluso quanti si aspettavano di vedere chissà quali esasperazioni, quali eccessi. E invece niente di tutto questo. Giusto le drag queen, che però devono essere eccessive per natura. Per resto un caleidoscopio di ghirlande, ironici veli da sposa, visi con i colori dell’arcobaleno, i colori della pace.
E musica. Musica “a palla” ma senza esagerare. Sul primo carro allegorico Claudia Aru, l’artista di Villacidro scelta come madrina del Sardegna Pride 2014 che ha inciso l’inno della manifestazione “Bregungia”, Vergogna, e che si è alternata con una drag queen nel dare il tempo, per ritmare il lungo serpentone danzante che ha letteralmente “tirato in ballo” più di un disincantato (intimidito?) spettatore.
A proposito della gente. Alghero, gli algheresi e i tanti turisti presenti in città hanno risposto magnificamente. Il corteo ha attraversato due ali di folla festante, che ha applaudito, ha partecipato anche se indirettamente alla grande festa del gay pride. Uno spettacolo nello spettacolo, con la partecipazione di migliaia di figuranti. «Una carnevalata? E che c’è di male – è il commento di Barbara Tetti, presidente del Mos, il Movimento omosessuale della Sardegna –. Il Carnevale è una festa importante in Sardegna, la gente spende migliaia di euro per assistere al Carnevale di Rio o a quello di Venezia. No, non ci offendiamo quando ci dicono che questa è una carnevalata. Qui ci sono migliaia di persone, omo ed etero, e la cosa non ci sorprende. I diritti sono diritti di tutti, non solo di una parte dei cittadini». Ma poi Barbara Tetti va oltre l’orgogliosa rivendicazione. «Ci sono altre maschere, che non partecipano ai gay pride, che sono ben peggiori di quelle che vediamo qui, maschere che magari sfruttano a fini politici le rivendicazioni del movimento, ma che poi fanno di tutto per impedire che lo stato riconosca quei diritti che chiediamo ci vengano riconosciuti da sempre. Non siamo malati, non siamo contagiosi come ritengono alcuni personaggi politici. Nella mia famiglia siamo undici figli e negli ultimi quarant’anni non ho contagiato nessuno dei miei fratelli.
E a proposito di famiglia, quella di “tradizione millenaria” non esiste più, ognuno è libero di stare con chi vuole, soprattutto di stare bene con se stesso». Al termine della lunga sfilata, la festa in porto. Con lo spettacolo presentato da La Trave nell’Okkio, Diamanda e Sequencè Knowles e con le musiche dei Timidi, i Cover Garden, gli Studio 54, le Altre di B, i Mowman e la madrina di Sardegna Pride 2014 Claudia Aru. E ancora, spettacolo e intrattenimento con Gianni Dettori, Alex Palmieri & Boys, Virginia, Taylor Monroe, La Vicky, Visionaire, Ciquitina Barolo Goldoni Mazza e Kevin. Musica e balli sulla grande banchina, con un suggestivo incrociarsi fra i partecipanti al gay pride che invece è stato conquistato solo all’ultimo momento da quell’atmosfera di festa. E dal palco montato sotto i bastioni, è arrivato anche il saluto del sindaco Mario Bruno che ha rivendicato per la città di Alghero un ruolo primario nell’accoglienza e nella difesa dei diritti. Di tutti. Gran finale, ben dopo la mezzanotte, al Ruscello per il Sardegna Pride Official Party, festa di autofinanziamento con la possibilità i scegliere fra musica house-electro, commerciale revival, con 9 dj, drag show con numerosi ospiti provenienti dai locali più conosciuti come Muccassassina e Bear Monday di Roma, o del Patchouli di Milano. Per chi invece vuole mettere alla prova la propria resistenza fisica, alla piscina del Park Village sulla strada Consortile Scala Mala si concluderà la settimana di appuntamenti del Sardegna Pride 2014 con il “Closing Party– Fresh Pool Party” con Djset di Dani Toro, dalle 12 alle 20. ©RIPRODUZIONE RISERVATA