La Nuova Sardegna

L’esperto: «Non esiste alcun rischio epidemia»

di Luca Fiori
L’esperto: «Non esiste alcun rischio epidemia»

L’infettivologo Sergio Babudieri esclude il contagio in soggetti sani: «Vengono colpite le persone debilitate da antibiotici»

03 luglio 2014
2 MINUTI DI LETTURA





ISILI. Dopo la morte dei tre pazienti e gli altri cinque casi di contagio da batterio riscontrati nell’ospedale di Isili, il 27 giugno scorso il reparto di Medicina è stato chiuso per due giorni. «A fronte del riscontro del focolaio di infezione - hanno spiegato i direttori sanitari della Asl 8 di Cagliari e dell'ospedale, Ugo Storelli e Ferdinando Angelantoni - si è provveduto ad adottare nell'immediato tutte le misure previste dei protocolli, al fine di impedire ulteriori contagi tra i degenti e garantire le norme di sicurezza per operatori e visitatori». «Già dopo il primo caso riscontrato abbiamo messo in isolamento i pazienti avviando le varie procedure e la profilassi - hanno sottolineano ancora i due dirigenti -. Sono stati visitati, e lo saranno sicuramente anche nei prossimi giorni, pazienti, personale sanitario, visitatori e chiunque sia entrato in contatto con i contagiati. Al momento potrebbero essere centinaia di persone, anche se una stima precisa non è ancora stata fatta». È stato inoltre applicato il protocollo internazionale previsto in questi casi e sono stati sanificati gli ambienti ospedalieri interessati. La Asl ha precisato che si è mossa da subito. «Siamo stati noi stessi ad eseguire le analisi alla ricerca del batterio davanti ai sintomi di colite per verificarne le cause - ha puntualizzato il direttore sanitario dell’ospedale di Isili - è una patologia perfettamente trattabile in pazienti che non hanno un quadro clinico a rischio come le tre persone decedute». E a escludere che possa esserci il rischio di un’epidemia è anche Sergio Babudieri, docente presso l'Istituto di Malattie Infettive dell’Università di Sassari. «Il batterio Clostridium difficile – spiega l’infettivologo – può causare gravi problemi in pazienti che si trovano sotto una massiccia terapia antibiotica. Questo bacillo – aggiunge l’esperto – si trova normalmente nell’intestino umano per cui, se si utilizzano per lungo tempo antibiotici, questi possono distruggere anche quei batteri che tengono confinato il Clostridium il quale può prendere il sopravvento e provocare crampi addominali e malattie varie che possono portare, in casi estremi, anche all morte dell'individuo. Ma questo non vuol dire che il batterio possa colpire chiunque - conclude il medico - e in ogni caso non esiste nessun rischio epidemia».

In Primo Piano
Il caso

Sassari, palazzina pericolante: sgomberate dodici famiglie

di Paolo Ardovino
Le nostre iniziative