La Nuova Sardegna

non bruciamoci il futuro

No alle trivelle, sit in dei comitati

No alle trivelle, sit in dei comitati

L’assessore Spano: «Con gli ambientalisti sarà un confronto franco»

10 luglio 2014
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CAGLIARI. No alla chimica verde e alle trivelle. E no soprattutto a un principio: quello per cui la Sardegna deve diventare una piattaforma che produca energia per il resto del Paese. Magari sottraendo spazi all'agricoltura o ad altre attività che magari possono dare qualche speranza, anche occupazionale, in più. Sono alcune delle ragioni che hanno portato 43 comitati, riuniti sotto il nome del coordinamento sardo "Non bruciamoci il futuro", in piazza. Davvero da tutta l'isola. C'erano gli striscioni di Sassari, Porto Torres, Vallermosa, Portoscuso e Guspini. Cossoine si è schierato con le magliette bianche con la scritta "no al termodinamico". C'era anche il presidio di piazzale Trento di Cagliari: giocava in casa e ha messo bene in vista il suo telone anti-inquinamento. Tutti davanti al palazzo di viale Trento con una lettera per il presidente della Regione Francesco Pigliaru. Per chiedere innanzitutto lo stop immediato delle procedure di autorizzazione per tutti i nuovi progetti di impianti di produzione di energia da combustione. I manifestanti chiedevano di incontrare il governatore, impegnato a Roma. C'è stato però il faccia a faccia con l'assessore all’Ambiente Donatella Spano. «È importante aver aperto un confronto franco e trasparente sui temi energetici – ha detto la Spano –, anche in vista di una necessaria revisione del Piano energetico regionale». (s.a.)

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