La Nuova Sardegna

Maria Lai tesse la trama del mondo

di Gianluca Corsi

Al Man di Nuoro la seconda tappa della grande retrospettiva Il periodo della maturità, dagli anni ’80 alle ultime opere

13 luglio 2014
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NUORO. È la Maria Lai più matura (dagli anni Ottanta sino alla scomparsa), ma forse anche la più audace e giocosa, quella della sezione nuorese di “Ricucire il mondo”, presentata avant'ieri sera al museo Man. Sicuramente è la Maria Lai che vuole ricucire i suoi rapporti col mondo, come ha confermato Barbara Casavecchia, curatrice, insieme al direttore del Man Lorenzo Giusti, della grande antologica comprendente anche le tappe di Cagliari e Ulassai.

Maria Lai riflette sul potenziale liberatorio dell'arte attraverso performance, teatro, laboratori con i bambini». E proprio il legame con l'universo infantile (inteso come "luogo dell'anima") e la pedagogia è uno degli elementi più ricchi e vitali di questo periodo, che porta l'artista di Ulassai a cucire fiabe sui libri, a creare giochi, mazzi di carte, calli-grammi. Un percorso che si apre al terzo piano del museo d'arte contemporanea nuorese, con il lavoro che funge da intersezione tra le sedi di Cagliari, Nuoro e Ulassai: l'intervento collettivo del 1981 dal titolo “Legarsi alla montagna”.

Tramite inediti materiali documentari, foto, video e alcune delle opere prodotte dall'artista nelle diverse occasioni, la mostra del Man documenta tutti gli interventi ambientali e performativi di Lai: da “Reperto” (Villasimius, 1982), “La disfatta dei varani” (Camerino, 1983), “L'alveare del poeta” (Orotelli, 1983) fino a “L'albero del miele amaro” (Siliqua, 1997), i cui lenzuoli stesi e intessuti di parole accompagnano il visitatore fin dall'ingresso. Quasi struggente, per chi ha conosciuto e amato Maria Lai e la sua arte, è la stanza assemblata dallo stilista Antonio Marras, in cui gli oggetti e le cianfrusaglie più disparate trovano armonia e senso, e quasi galleggiano in una trama di fili metallici che corrono, si intrecciano, fuggono – forse – verso un altro infinito.

«È un evento che sarebbe piaciuto tanto a Maria – ha commentato l'assessore regionale ai beni culturali, Claudia Firino –, perché interpreta il suo spirito e quello che ha caratterizzato tutta la sua esperienza artistica». L'assessore ha sottolineato come da “Ricucire il mondo” venga fuori lo spirito di unione dei territori della Sardegna: «La mostra ricuce il territorio, e la sinergia positiva di enti locali, musei e privati è un esempio di buona prassi da replicare anche per il futuro». Claudia Firino ha annunciato che, su precisa richiesta del Ministero, ha segnalato la mostra tra i grandi eventi del semestre di presidenza italiano all'Unione Europea. Lorenzo Giusti, infine, quasi si è scusato con Maria Lai, per averle rubato un po' la scena, ricordando che – al piano terra del museo – è possibile ammirare anche il bel progetto di “exhibition painting”, a cura di Paolo Chiasera e Micaela Deiana, dal titolo “I Giardini di Sardegna, Cipro e Gerusalemme”.

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