Pietro Grasso: «Le riforme, un passaggio necessario»
Il presidente del Senato ospite ieri all’Argentiera del festival “Sulla terra leggeri” Ha parlato della difficile battaglia in Parlamento e del suo nuovo libro sulla mafia
ARGENTIERA. «L'impegno l'avevo preso in tempi non sospetti e siccome sono abituato a mantenere la parola data, eccomi qui. Ricarico le batterie. Mi attendono due settimane pesanti. Essere venuto in Sardegna è come avere aperto una piccola ma preziosa finestra. Per rilassarsi basta la bellezza dei panorami. Incantevoli». Così il presidente del Senato Pietro Grasso in un breve incontro con i giornalisti ieri al festival “Sulla terra leggeri”, poco prima dell’appuntamento fissato nel cartellone della rassegna durante il quale ha presentato, insieme con Pif e Geppi Cucciari, il suo ultimo loibro: “Lezioni di mafia. La storia, i crimini e i misteri di Cosa nostra, le indagini dell'antimafia” (Sperling & Kupfer, 151 pagine, 18 euro) . «Penso che il festival dell'Argentiera – ha aggiunto Grasso – sia veramente importante, perché riesce a catalizzare l'attenzione del mondo su questo angolo di paradiso, straordinario sia dal punto di vista paesaggistico sia dal punto di vista dell’archeologia industriale».
Ma anche se in Sardegna è venuto «per ricare le batterie», il presidente del Senato non poteva sfuggire alle domande sulle polemiche di questi ultimi giorni. Lo scontro in atto in Parlamento sulla riforme istituzionali è durissimo. A chi gli ha chiesto se scatterà o no la ghigliottina contro l’ostruzionismo degli oppositori alle misure del governo Renzi, Grasso ha risposto: «La ghigliottina veniva usata durante la Rivoluzione francese. Lì cadevano le teste, qui teste non ne sono cadute. Le riforme sono un passaggio necessario. Qualcuno parla di tagliola? Non c'è niente di tutto questo. Abbiamo soltanto regolato la discussione in Senato in maniera da dare tempi precisi a tutte le fasi del confronto, in modo che tutto finisca secondo il calendario prefissato, ovvero l'8 agosto, senza modifiche. E quindi, per esempio, su centoquindici ore generali abbiamo stabilito che ottanta siano dedicate alla votazione dei circa settemila emendamenti. Quindi noi pensiamo di votare gli emendamenti. Parlare di tagliola è inesatto».
Poi Grasso, anche da ex magistrato, è tornato sull'importanza di parlare di mafia: «Quando ci si renderà conto che la mafia è privazione della libertà, allora faremo un ulteriore passo avanti. Più in generale, bisogna avere una giustizia che funzioni, tutto il sistema giudiziario deve aiutare a combattere i fenomeni mafiosi. E sotto questo profilo c'è tanto da fare».
Ieri la seconda giornata del festival si è aperta in spiaggia con la musica degli Rtp ensamble. Subito dopo, nella piazzetta del borgo minerario protagonista è stata la letteratura: lo scrittore e autore televisivo Matteo B. Bianchi ha intervistato Matteo Colombo, che ha affrontato la nuova traduzione del capolavoro di J.D. Salinger, “Il giovane Holden”, da poco uscita per Einaudi. Quella di Colombo è la terza versione italiana di questo classico della narrativa statunitense del Novecento, e arriva dopo quella storica del 1961 curata da Adriana Motti, che ha segnato l’immaginario del pubblico italiano. «La traduzione di Adriana Motti, seppur buona, è invecchiata rapidamente perché l’italiano dell’epoca era meno elastico di quello attuale e quindi faticava a percepire tutte le novità presenti nel libro – ha spiegato Colombo –. Il linguaggio del protagonista fotografa il suo disagio, se ne serve per tenere insieme la sua realtà. Nella nuova traduzione abbiamo privilegiato questa peculiarità, rispetto alla traduzione più libera degli anni Sessanta».Spazio poi al teatro, al cinema e alla televisione con l’autore Mattia Torre e l’attore Valerio Aprea, artefici di una delle serie tv più amate degli ultimi anni: “Boris”. Torre e Aprea hanno dialogato con il giornalista Alberto Urgu, raccontando ironicamente le sfide affrontate dalla tv al cinema passando per gli spettacoli teatrali.