La Nuova Sardegna

Parte l’operazione cancella burocrazia

Parte l’operazione cancella burocrazia

Oggi il tavolo per la semplificazione di leggi e procedure, renderà meno complicata la vita a imprese e cittadini

28 luglio 2014
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CAGLIARI. L’operazione azzera burocrazia, in Regione, parte oggi. Sarà il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, a coordinare il primo «tavolo permanente per la semplificazione di leggi e norme» destinato a rendere più facile la vita alle imprese e ai cittadini.

Dopo aver approvato a fine giugno il piano d’azione, questa mattina – con appena due settimane di ritardo sulla data promessa – saranno in ventuno a cominciare a disboscare la giungla. Sette sono gli assessori all’Industria Maria Grazia Piras, all’Urbanistica, Cristiano Erriu, alle Riforme, Gianmario Demuro, ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, all’Ambiente, Donatella Spano, al Turismo, Francesco Morandi, e all’Agricoltura, Elisabetta Falchi. Quattro sono stati nominati, due a testa, dalle Associazioni delle autonomie locali, come ad esempio l’Anci per i Comuni, e dal Consiglio delle Autonomie locali, il Cal. Sei dalle organizzazioni economiche, dalla Confindustria alla Confartigianato, dall’Api Sarda (piccole e medie imprese) alla Confesercenti. Gli ultimi quattro saranno in rappresentanza di Cgil, Cisl e Cisl. Insieme al tavolo permanente, comincerà a lavorare anche il «nucleo tecnico», coordinato dalla direzione generale dell’assessorato all’Industria, al quale spetterà il compito più difficile: individuare le leggi inutili, complicate e che comunque sono viste come fumo negli occhi dalle imprese e dai cittadini. Il traguardo del «nucleo» è ambizioso: presentare entro 60 giorni, intorno a fine ottobre, alla Giunta una proposta di legge che «semplifichi norme e procedure».

Oggi il peso della burocrazia è assurdo, con l’effetto che moltiplica i costi nell’avvio di una nuova attività e comunque sempre capace di rallentare la spesa fino a mettere in fuga gli investimenti. È un mostro che va abbattuto, questa la sintesi, come chiedono da sempre a gran voce non solo i colossi dell’industria o del turismo, ma anche piccoli e medi imprenditori. Ma anche un pensionato sa che la burocrazia è un nemico in ogni momento appena entra in ufficio pubblico. Molti passi avanti sono stati fatti con lo Sportello unico per le attività produttive, il modello Sardegna è stato considerato fra i migliori a livello nazionale, ma non basta ancora, o comunque ha solo ridotto le incombenze alle imprese. Bisogna fare di più, anche per i cittadini troppo spesso sballottati da uno sportello all’altro anche per le pratiche più semplici. La semplificazione deve essere «uno dei nostri obiettivi primari», ha sempre detto il presidente Pigliaru, «perché solo con la certezza dei tempi della burocrazia possiamo attirare gli investitori internazionali e ritornare a essere competitivi sul mercato». È la stessa richiesta presentata dal tessuto economico isolano, che oltre alla debolezze nelle infrastrutture e l’alto costo dell’energia, è penalizzato anche dalla boscaglia di leggi, norme e procedure. E per capire quanto la burocrazia fa paura fra qualche tempo (speriamo non quelli biblici proprio della burocrazia) basterà leggere i risultati del sondaggio – anche questo previsto dalla delibera di giugno – per scoprire quali sono «le procedure regionali più gravose». Tranquilli, ci sarà solo l’imbarazzo della scelta. (ua)

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