Arpas, è battaglia su criteri e metodi per le assunzioni
Contrapposti vincitori di concorso e tecnici Master & Back Rischio di una guerra tra poveri e pericoli di blocchi totali
SASSARI. Scontro aperto all'Arpas. Si combatte a 360 gradi. Tantissimi i punti dolenti. Il primo? Gli organici inadeguati: mancano un centinaio di unità. I pensionamenti ci sono stati, una decina i più recenti, ma il turn over è in parte bloccato. E i criteri di assunzione ventilati rimangono contestatissimi. Nel frattempo c’è una scarsità di tecnici e funzionari di fronte a una marea di dirigenti, stipendi pesanti ma impossibilità di operare sul campo. E si riparla di consulenze e altri delicatissimi lavori affidati all'esterno. Così, in primo piano, si moltiplicano proteste, accuse, polemiche. Sullo sfondo rimane un'agenzia chiamata a svolgere un ruolo chiave come la protezione dell'ambiente che non riesce comunque a coprire tutti gli àmbiti d'intervento. E che non a caso di recente è stata commissariata dalla giunta regionale. Da qui, una serie di denunce pubbliche incrociate. Diffide allargate ad almeno due schieramenti di specialisti che sperano di entrare al più presto in servizio permanente nell’agenzia. Da un lato, una ventina di ex Master & Back chiamati negli ultimi anni ad assicurare prestazioni professionali in regime di precariato (fatto per il quale è stata presentata un mese fa una proposta legge in consiglio regionale tesa alla stabilizzazione degli incarichi). Dall'altro lato, un gruppo molto più numeroso e agguerrito: ne fanno parte parecchie decine di vincitori del regolare concorso concluso da tempo per le immissioni in ruolo. I quali, norme e graduatorie alla mano, si appellano ai principi del diritto e legittimamente vogliono evitare di venire scavalcati nelle assunzioni. Qualche politico l'ha definita l'ennesima guerra tra poveri. Ma è evidente che in questa situazione, comunque difficile da superare per i blocchi imposti dal governo nazionale, c'è chi può vantare più titoli di altri, almeno sul piano giuridico generale. A incendiare le polveri ha contribuito non poco la proposta di legge, presentata da consiglieri regionali di Sel e della Base. Ma uno dei promotori, Efisio Arbau, getta acqua sul fuoco della querelle. «Stabilizzare gli ex M&B non implica escludere i vincitori del concorso – dice l’ex sindaco di Ollolai – Noi vogliamo semplicemente eliminare lo stato di precarietà all’Arpas e siamo pronti a trovare soluzioni anche all’interno della maggioranza in Regione. L’unica cosa che davvero vorremmo evitare è che alla fine la burocrazia bloccasse tutto e che poi di assunzioni non si riparlasse più per anni». Sarebbe davvero un peccato. Soprattutto se si considera un aspetto non di poco conto: la pianta organica dell’agenzia prevede oggi in servizio 360 dipendenti contro gli oltre 500 fissati sin dal 2009 nel piano occupazione. Unico progetto possibile – secondo un giudizio questa volta unanime – per far fronte a tutti i compiti in difesa del territorio dell’isola.
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