La Nuova Sardegna

Accoltella l’ex moglie si consegna: l’ho uccisa

di Gianni Bazzoni
Accoltella l’ex moglie si consegna: l’ho uccisa

Paolo Cozzolino massacra di botte e ferisce con un taglierino l’ex compagna Lui viene arrestato, lei è ricoverata in Chirurgia. Ferita alla testa e all’addome

03 agosto 2014
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SASSARI. È scappato via convinto di avere ucciso la ex moglie. Ha percorso meno di un chilometro da via Carlo Felice fino al comando provinciale dei carabinieri. Ha suonato il campanello, è entrato come un automa e al piantone ha detto: «L’ho ammazzata». Paolo Cozzolino, 46 anni, di Porto Torres, agente della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Bancali, poco prima, per strada, aveva tempestato di calci e pugni Patrizia Nocera, 37 anni, colpendola più volte anche con un taglierino. Per fortuna la donna ha riportato ferite gravi ma non è in pericolo di vita. Soccorsa e trasportata in ospedale con una ambulanza del 118, è ora ricoverata nel reparto di chirurgia. L’ex marito è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Da ieri sera è rinchiuso nel carcere di Tempio, per ragioni di opportunità è stato deciso di non disporre la custodia nello stesso carcere dove lavora.

Lo scontro. Mancano pochi minuti alle 13.30. Patrizia Nocera esce dalla casa di riposo Matida-Edra, in via Carlo Felice, dove assiste una donna anziana per incarico della famiglia. Attraversa la strada e si dirige verso la C1 bianca parcheggiata in via Guido Sieni. Da dietro gli alberi sbuca l’ex marito, Paolo Cozzolino. Cominciano a discutere animatamente, soliti argomenti: la separazione conflittuale, la decisione del giudice, il ruolo degli avvocati. La situazione degenera quasi subito: l’agente della polizia penitenziaria afferra la donna per i capelli, le sbatte la testa contro il montante dell’auto. Poi continua come una furia, calci e pugni. Patrizia Nocera si piega su se stessa, viene colpita all’addome con un taglierino (poi recuperato sul posto dai carabinieri). Si accascia a terra incosciente.

La fuga. Paolo Cozzolino sale a bordo della sua auto e scappa. La gente è già per strada, gli urla frasi che neppure sente. Sbuca su via Carlo Felice, svolta a destra, una lunga discesa e in pochi minuti è davanti alla caserma dei carabinieri. Si costituisce convinto di essere diventato un assassino, di avere appena ucciso la ex moglie, la madre di suo figlio. In caserma viene preso in consegna dai militari della stazione e della compagnia. Scatta l’allarme.

I soccorsi. Patrizia Nocera perde sangue, è a terra sotto choc. I primi soccorritori suonano il campanello della residenza per anziani dove la donna si reca saltuariamente per lavoro. Chiedono se c’è un medico, intervengono i primi operatori. Arriva l’équipe del 118. La donna viene trasportata al “Santissima Annunziata” dove cominciano i controlli dei medici: ha un trauma cranico con ematoma importante alla testa, una ferita da taglio all’addome, altre superficiali alle braccia. È grave, ma non corre pericolo di vita.

Indagini lampo. I carabinieri hanno già risolto il caso prima ancora di cominciare i rilievi, ma proprio quando il lavoro sembra troppo semplice c’è il rischio di commettere qualche leggerezza. Così tutta l’area di via Sieni - da una parte e dall’altra, anche sul fronte della case “Corea”, i capannoni da sempre occupati da senzatetto - viene isolata. Ci sono i militari della stazione e del nucleo operativo e radiomobile della compagnia, quelli del Nucleo investigazioni scientifiche. Si va avanti così per un paio d’ore tra rilievi e testimonianze di chi - richiamato dalle urla disperate della donna - è corso per strada e ha visto parte della scena. La lite sempre più violenta, le botte, la fuga dell’uomo. In una busta di plastica la taglierina con il manico blu sporca di sangue. I cartellini gialli con i numeri, uno vicino al guscio del cellulare. Le tute bianche vanno avanti e indietro, la situazione è chiarissima, non ci sono indecisioni.

In caserma. Al comando provinciale dei carabinieri, Paolo Cozzolino non dice più una parola. Confuso, quasi assente, sceglie di non rispondere anche al sostituto procuratore della Repubblica Corinne Carrera che gli chiede conto dell’accaduto, di quel gesto folle che poteva costare la vita alla ex moglie e bruciare per sempre anche la sua esistenza.

L’altro carcere. In serata l’uomo esce a bordo di un’auto dei carabinieri, direzione carcere di Tempio. Un istituto diverso da quello dove l’agente della polizia penitenziaria lavora. Una questione di opportunità, non avrebbe senso aggiungere ulteriori tensioni. E lì Paolo Cozzolino sarà sottoposto nelle prossime ore all’interrogatorio di garanzia.

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