La Nuova Sardegna

Carru e Frau, una ferita ancora aperta

di Gianni Bazzoni

A 19 anni dall’eccidio l’Arma ha commemorato i due carabinieri con una toccante cerimonia a “Perde Semene”

17 agosto 2014
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INVIATO A CHILIVANI. Anna Bianciotti, madre di Walter Frau, accarezza la foto del figlio più volte. Piange e lo immagina lì, come a casa sua, dove il tempo nella stanza del suo ragazzo sembra essersi fermato. Pietro, figlio di Ciriaco Carru, sul promontorio dall’altra parte, fissa l’immagine sul cippo che ricorda suo padre: sembra quasi sull’attenti, è lo sguardo di un figlio che ha fatto appena in tempo a conoscerlo il babbo carabiniere. Sono le due immagini che sintetizzano la cerimonia - tornata in forma solenne - nella piana desolata di “Perde Semene” per ricordare il sacrificio dei due militari quel triste pomeriggio del 16 agosto 1995.

Ieri mattina, il comandante della legione carabinieri Sardegna, il generale di brigata Antonio Bacile, non ha fatto giri di parole. In Sardegna è arrivato da poco, ma la sua commozione è la dimostrazione concreta del messaggio che trasmette: «Siamo qui – dice – perché la morte di questi due carabinieri è una ferita profonda mai sanata. Il loro sacrificio, il dovere spinto alle estreme conseguenze, non possono essere assolutamente dimenticati. Per questo è giusto celebrare il ricordo ogni anno».

E di anni ne sono passati 19 dalla strage di Chilivani, ma sembra ieri. I carabinieri hanno inserito il ricordo di Ciriaco Carru e Walter Frau nel programma del Bicentenario dell’Arma che porta all’attenzione le medaglie d’oro al valor militare, le gesta di chi non si è fermato neppure quando era a rischio la propria vita. Così sono tornati il picchetto armato, i gonfaloni, le fasce tricolori, l’Associazione nazionale carabinieri. Sulle lapidi dedicate ai due militari caduti nel conflitto a fuoco con i banditi sono state deposte le corone. Ai familiari delle due vittime, il generale Bacile ha consegnato la targa del comandante generale dell’Arma.

Tra i presenti anche il generale Gianfrancesco Siazzu, già comandante generale dei carabinieri, e il dottor Gaetano Cau, il magistrato che da anni non manca mai all’appuntamento di “Perde Semene”. Pubblico ministero all’epoca dell’eccidio, aveva coordinato le indagini che portarono a individuare, arrestare e condannare quasi tutti i componenti della banda. La sua convinzione - espressa più volte pubblicamente - è che fosse necessaria una “Chilivani-bis”, perché all’appello mancherebbero ancora delle persone. Quel fascicolo aperto non ha mai conosciuto sviluppi. L’indagine si è fermata, così sono rimasti i misteri su quel conflitto a fuoco, sulla dotazione di armi pesanti della banda, sul perché - dopo essere stati scoperti - scatenarono un inferno di fuoco uccidendo i due carabinieri che combatterono in condizioni di inferiorità (sia numerica che sotto il profilo dell’armamento). Dopo l’alzabandiera, sono state ricordate le circostanze nelle quali persero la vita l’appuntato Ciriaco Carru e il carabiniere scelto Walter Frau, le motivazioni delle medaglie d’oro conferite. L’Arma ha voluto fare sentire ai familiari l’abbraccio della sua grande famiglia. Poco prima - a Porto Torres e Chiaramonti - erano stati deposti mazzi di fiori sulle tombe dei due carabinieri alla presenza delle autorità civili e militari.

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