La Nuova Sardegna

Incendi, stagione nera per la Sardegna: la più colpita in Italia

di Umberto Aime
Incendi, stagione nera per la Sardegna: la più colpita in Italia

Il Corpo forestale nazionale: «E' la regione col più alto numero di roghi: 1.539». Però diminuisce la superficie percorsa dal fuoco

17 agosto 2014
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CAGLIARI. Prima in Italia per il mare più pulito, ma purtroppo veste anche maglia nera degli incendi. Le due facce della Sardegna sono queste: bello e brutto, in sequenza. Neanche il tempo di festeggiare con orgoglio il primato assegnato da «Goletta Verde», che dal Corpo forestale dello Stato arriva una nuova mazzata: dall’inizio dell’anno, da una capo all’altro dell’isola, sono divampati 1.539 incendi boschivi, ben oltre la metà dei 2.653 nazionali, con un distacco abissale e tremendo sulla Sicilia (239) e Puglia (156), seconda e terza. Con solo questa magra consolazione: nelle province sarde è diminuita la superficie percorsa dal fuoco e in questa graduatoria la Sicilia, davanti con 1.517 ettari, stavolta è messa peggio della Sardegna, 1.158.

I numeri. Da qualunque parte si leggano, le statistiche continuano a essere impietose e di recente c’è chi ha calcolato: in quindici anni, solo con gli incendi divampati a luglio, è come se le fiamme avessero ingoiato 1.600 chilometri quadrati di Sardegna, un’enormità. Sarà anche questa una stagione disastrosa? Il numero dei roghi purtroppo è in aumento, anche se – come confermano dalla base operativa del Corpo forestale regionale – «si tratta per lo più di piccoli incendi su cui intervenire è certo molto più semplice». Non ci sono state tragedie, per fortuna, ma la maledizione del fuoco cattivo l’isola sembra proprio non riuscire a scrollarsela di dosso. Ogni anni ci prova: spende fior di milioni, la Regione stavolta ha stanziato 55 milioni, cinque in meno rispetto al 2013, e mandato ancora prima linea un esercito forte ed efficiente, oltre novemila uomini, ma fino a quando «le fiamme resteranno solo un problema di chi le spegne e non della collettività», vincere sarà impossibile. Senza una rivoluzione culturale, senza «quella prudenza necessaria soprattutto d’estate», rischiano di avere meno efficacia le strategie investigative, i software all’avanguardia che in tempo reale permettono alla centrale di coordinare tipo e qualità dell’intervento, sempre a metà tra forze aeree (tre Canadair e 11 elicotteri) e squadre a terra. No, quello che serve – e ormai lo invocano tutti da decenni – è «un maggiore rispetto per l’ambiente». Gran parte degli incendi, a parte quelli voluti dai criminali del fuoco, i piromani, sono provocati da incuria, pressappochismo, e da negligenze più o meno gravi». Lo confermano ancora le statistiche: quasi un incendio su tre è colposo e dunque evitabile. Vallo a spiegare a chi non pulisce i campi dalle stoppie, come impone la legge, o getta le sigarette accese in cunetta, accende fuochi dove non dovrebbe e «commette tante di quelle fesserie difficili persino da elencare». Per mettere sul chi va là i cretini, basterebbe ricordare che dal 1945 a oggi, in Sardegna, sono state una settantina le vittime degli incendi.

L’assessore. Prima di dire se la maglia nera «è nostra, oppure no», Donatella Spano (assessore all’Ambiente) vuole avere sul tavolo i numeri definitivi della campagna antincendio in corso: «Mai commentare statistiche parziali – dice con cautela – È sempre sbagliato girarla in tragedia o cantar vittoria a Ferragosto. Per settembre, ho convocato già in Regione tutti i protagonisti, ed è in quella riunione che tireremo le somme definitive. Fra non molte settimane, speriamo di avere dalla nostra i numeri, stavolta quelli buoni, per smentire l’ultimo censimento del Corpo forestale nazionale». Tabelle di fine settembre a parte, l’assessore è convinto che «solo con la prevenzione possiamo non perdere ogni anno la guerra contro gli incendi». È decisa nel dirlo: «Sì, vorrei davvero investire una parte importante dei costi per l’antincendio, in lezioni di educazione ambientale. Sono convinta che è questa la strada da seguire: dobbiamo essere tutti consapevoli che l’isola è nostra e più la senti tua, maggiore sarà l’impegno a difenderla non solo dalla negligenza del vicino, dalla follia dei piromani ma anche dagli speculatori». È quel senso di civiltà collettiva che – come ribadisce Donatella Spano – deve partire dal basso e per questo è fondamentale «stringere rapporti sempre più stretti fra Regione e Comuni. Deve essere l’amministrazione centrale ad aiutare i sindaci a predisporre per tempo i piani locali. Quest’anno la campagna è partita con due settimane d’anticipo sul 2013, ma non basta. La prevenzione deve cominciare molto prima, in inverno, quando la Sardegna non è ancora un bersaglio». Del fuoco e dei cretini.

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