La Nuova Sardegna

Sempre più difficile gestire la notte

Sempre più difficile gestire la notte

Le lamentele dei gestori: non ci sono regole né controlli, impera il fai da te

17 agosto 2014
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OLBIA. Per i responsabili nazionali del Silb, l’acronimo che indica l’associazione italiana imprese di intrattenimento e spettacolo, la sicurezza è uno dei punti basilari sui quali puntano gli esercenti iscritti all’associazione. «Gestire un locale da ballo, un night o una discoteca attenendosi alle attuali normative sulla sicurezza e sulla diffusione di musica è ormai impossibile, vista la spietata concorrenza, a costo zero, che ci fanno pub, baretti, e i tantissimi locali sulle spiagge che con la scusa della animazione, diffondono musica sino alle ore più impensate della notte. Non c’è più alcun controllo, è una giungla dove ognuno si attribuisce il diritto di poter fare ciò che ritiene più opportuno, a spese del cliente. Il quale, specialmente i più giovani, nel frequentare questi posti si porta dietro alcol di ogni genere e gradazione acquistato senza alcun controllo nei market. Il vecchio concetto di discoteca è scomparso, ora impera il fai da te», spiega il titolare di una delle discoteche più frequentate della Costa. Il quale, per la delicatezza dell’argomento, chiede di non essere citato. Investire in sicurezza significa fare il controllo visivo all’ingresso, verificare, con occhio più che esperto, se il “cliente” una volta entrato nel locale è uno che pianta grane o se ha la sana intenzione di divertirsi. Per i gestori di locali, c’è poi l’aspetto più inquietante, la faccia nascosta (mica tanto) del popolo della notte: l’approccio con l’alcol e con le droghe, lo “sballo” del sabato sera da raggiungere a ogni costo. Le interminabili file davanti ai bagni sono una costante di tutti i locali notturni, e le toilette non sono frequentate unicamente per espletare bisogni fisiologici dovuti alle bevute di birre o cocktail. Superata la soglia della sobrietà (da alcol o da droga) subentrano i fattori di rischio più frequenti: la rissosità del cliente e la capacità del servizio d’ordine di accompagnare fuori dal locale l’intemperante di turno. Anche perché se si dovessero sbattere fuori tutti gli ubriachi i locali notturni sarebbero deserti. L’altro problema sono i giovanissimi, gli under 18 che frequentano le discoteche (o i diversi locali alternativi) e che, per legge, non possono bere alcol. Il controllo, in questo caso, è nullo. Nessuno, dietro un bancone, chiede la carta d’identità a un giovane che ordina una Caipirinha, un Mojito o una birretta. Questo il contesto nel quale si muove il popolo della notte, un esercito di oltre quattro milioni di giovani dai 16 ai 35 anni (che in estate raddoppiano) che in tutta l’Italia, ogni week end o festa comandate, frequentano discoteche o pub. Inevitabilmente, con buona pace per le campagne di prevenzione che vengono promosse a livello istituzionale e locale, ogni sabato ci scappa la rissa, l’incidente d’auto, l’accoltellamento. «Sono fenomeni fisiologici – dice il gestore di discoteche – che scaturiscono per la concomitanza di diversi fattori. La prevenzione è importante, ma da sola non basta, ci vogliono controlli a monte e a valle». Ovvero prima e dopo la discoteca. (g.p.c.)

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