San Raffaele, l’accordo c’è ma si discutono i dettagli
Riunione maratona tra il presidente Pigliaru, l’assessore Arru e Qatar Foundation Nella notte gli avvocati ancora intorno a un tavolo per avvicinare le posizioni
CAGLIARI. Lima, speranza e milioni. Gli ultimi dettagli per trovare l’accordo sul San Raffaele richiedono l’uso del kit del diplomatico. L’ospedale alle porte di Olbia aprirà. Ma per arrivare alla firma del contratto, quello che dà le chiavi della struttura per i prossimi 17 anni alla cordata di Qatar foundation e Bambin Gesù, il percorso somiglia molto a una via crucis.
Il giorno della firma sarà il 29 agosto, ma il vero accordo viene siglato in queste ore. Un risultato che arriverà dopo una maratona infinita. Dentro una stanza si sono chiusi il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l’assessore alla Sanità Luigi Arru, il numero uno della Qatar foundation endowment Lucio Rispo, la rappresentante del Bambin Gesù. Intorno un esercito di avvocati. Si devono limare i dettagli dell’accordo. Si fa per dire. Perché prima di arrivare alla lima sono servite molte ore. Una riunione fiume iniziata di mattina presto e durata per tutto il giorno. Alle 23 l’incontro era ancora in corso, con gli avvocati che pesavano le virgole di un accordo complicato. E che sarebbe stato complicato lo si era capito dalle parole di Rispo. Ottimista di natura l’ambasciatore di Qf aveva parlato di due ostacoli nella strada dell’accordo con la Regione per il San Raffaele. Ma quali fossero non si è mai saputo. «Il dialogo ha portato alla rapida soluzione di tutte le controversie», fanno sapere fonti interne. Ma i dettagli richiedono ancora un po’ di tempo. L’A ccordo di fatto consentirà al San Raffaele, alle porte di Olbia, di aprire il primo marzo del 2015, come garantito dallo stesso emiro del Qatar. La firma formale, quella buona per i flash, avverrà il 29 a Cagliari. Ma è in queste ore che si gioca l’ultimo match. In cui si mettono a punto tutti i dettagli dell’accordo. Qualcuno ha parlato di controversie sul numero di posti letto assegnati ai vari reparti. Altri sostengono che la controversia sarebbe legata a quanto deve mettere ogni anno la Regione per mantenere aperto l’ospedale. circa 50 milioni di euro. Ma i mediatori seduti intorno al tavolo hanno smentito tutte queste voci. I tempi lunghi sono legati a un contratto lunghissimo che viene analizzato riga per riga. Ma c’è ottimismo. Subito dopo la sigla della convenzione verrà creata la società con sede legale in Sardegna in cui saranno trasferite le risorse che la Qf ha già avvicinato. Sono nella cassaforte lussemburghese della fondazione. Centinaia di milioni di euro che serviranno per acquistare l’edificio, i terreni, e i macchinari. Società che gestirà anche tutto il processo di recupero dell’edificio bianco alle porte della città. Rispo più volte ha ribadito che mettere a norma l’edificio costa più che raderlo al suolo e rifarlo da zero. La cifra stanziata all’inizio da Qf, 60 milioni, si è rivelata insufficiente. La cordata ha già speso 34 milioni per acquistare l’edificio dalle banche, ma sono solo i primi soldi che l’emirato dovrà spendere. L’investimento per i prossimi 10 anni e di 1.2 miliardi di euro.