La Nuova Sardegna

Al poligono di Capo Frasca bombe e resti di maxi missili

di Felice Testa
Al poligono di Capo Frasca bombe e resti di maxi missili

Il deputato Mauro Pili riesce a entrare nella base militare dopo 24 ore di attesa e presenta il risultato del sopralluogo

07 settembre 2014
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CAPO FRASCA. Dentro la base militare di Capo Frasca le bombe crescono di volume nel giro di poche ore, dalle “bombette” di una decina di chili mostrate ai giornalisti, ai bestioni da mezza tonnellata, che arano il terreno come erpici, fotografati, ieri mattina, dal deputato di Unidos, Mauro Pili. «Nel poligono c'è un tappeto di bombe, ordigni metallici enormi, da 500 chili, missili conficcati nella terra. Ho trovato e filmato i resti di un aereo del quale nessuno, dentro la base, dice di sapere niente. La visita guidata di venerdì, riservata alla stampa è stata una farsa. Quello che è successo nel poligono di Capo Frasca è un disastro ambientale di enormi proporzioni. L'incendio ha distrutto una trentina di ettari di macchia mediterranea, non pochi metri quadrati bruciati da piccoli focolai, come sostiene la Difesa. Le fiamme hanno percorso decine di ettari, fino al costone, e si sono fermate sul limitare della scogliera. Il calore ha deformato le carcasse delle bombe sotto la macchia mediterranea. La conferenza stampa di venerdì è stata un'operazione di disinformazione. Hanno tentato in tutti i modi di nascondere il disastro ambientale e soprattutto di dare un immagine falsa di quanto succede dentro il poligono militare. Aver divulgato le immagini delle mini bombe e aver nascosto l’area target 5 con l’uso delle bombe ciclopiche è semplicemente vergognoso. Solo uno Stato vigliacco può comportarsi in questo modo».

Mauro Pili parla seduto all’unico bar-pizzeria-ristorante di Sant'Antonio di Santadi, frazione di Arbus: una decina di case, a poche centinaia di metri dal poligono, intorno a un chiesone con funzione suppletiva di rotatoria spartitraffico. La presenza della base non sembra aver svolto granché il ruolo di motore di sviluppo per la comunità locale. Il parlamentare di Unidos ha passato la notte all'interno della base militare, un poco in auto, in gran parte su una sedia a sdraio fornita dai ragazzi del movimento. Racconta la lunga trattativa di venerdì con i militari della base e la visita di ieri sul luogo dell'incendio, mentre mostra foto e filmati della sua “visita ispettiva”, attività concessa ai parlamentari della Repubblica italiana. «Venerdì scorso – comincia Pili – ho postato su facebook, l'annuncio della mia visita alle 8.30. Non c'è stata nessuna improvvisata. Inoltre, mentre il comandante della base mi impediva di effettuare il sopralluogo, in contemporanea, era prevista una visita guidata per i giornalisti. Non c'era nessun motivo per impedirmi di accedere al poligono. La verità è che i giornalisti hanno potuto vedere solo quello che è stato concesso loro di vedere e a me volevano impedire di capire cosa è realmente successo e in quali condizioni si trova il poligono che, vale la pena di ricordarlo, è interamente un sito di interesse comunitario, tutelato al cento per cento. Ho l'impressione che i vertici militari si siano legati al dito alcune mia iniziative a loro poco gradite, dal video dei fondali di Capo Frasca che ho divulgato, all'incursione a Teulada, alla visita “segreta” del ministro Pinotti. Noi di Unidos non ce l'abbiamo con i militari, ce la prendiamo con lo Stato che ci ha scaricato il 100% delle servitù militari italiane, non il 65% come dicono. Tutte le basi dove si spara sono in Sardegna, negli altri posti ci sono caserme, non poligoni d'addestramento. Lo Stato concepisce l'isola come una discarica, fin dai tempi di Cavour che con un decreto vendette 200mila ettari di boschi sardi e li fece radere al suolo. A proposito, – aggiunge Pili – presenterò a breve una proposta di legge per abolire tutte le piazze e le vie Cavour della Sardegna che non può celebrare un nemico in casa». La battaglia annunciata da Mauro Pili percorre due strade, quella politica, “per far crescere la coscienza critica dei sardi nei confronti degli insediamenti militari” e quella “squisitamente giudiziaria”.

«I sardi – assicura il parlamentare – hanno, ogni giorno di più, coscienza del prezzo che l'isola paga alle servitù militari. Ma la presenza delle basi non espropria soltanto terreno, non lo inquina e basta, è una presenza contro la legge, contraria alle norme del codice penale, nel quale è previsto il reato di disastro ambientale nelle aree di interesse comunitario, come Capo Frasca, o dove siano presenti testimonianze archeologiche, come a Teulada. Per questo, domani, formalizzerò la denuncia alla Procura della Repubblica, per disastro ambientale. Non tutto, però, mi è sembrato compromesso dentro il poligono di Capo Frasca – conclude con ironia –. Dentro la base, scorrazzano in libertà i daini, introdotti dall'allevatore che taglia il fieno. Si sono ambientati così bene che i militari sembrano intenzionati a una campagna di abbattimento selettivo per ridurne il numero. I bungalow, in pietra naturale, sono perfettamente inseriti nel contesto naturale, il prato delle foresterie fronte mare, curatissimo e circondato da palme nane, nel rispetto della vegetazione mediterranea. Sembra un piccolo resort a cinque stelle». Verrebbe da dire: a cinque stellette.

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