La Nuova Sardegna

Costa Smeralda, diventa una villa lo stazzo di Karim

di Guido Piga
Lo stazzo Fucareddu, acquistato direttamente dall'Aga Khan nel 1961
Lo stazzo Fucareddu, acquistato direttamente dall'Aga Khan nel 1961

“Fucareddu” fu comprato dall’Aga Khan nel 1961: ora è la prima dimora di campagna con vista mozzafiato a essere ristrutturata dal Qatar

21 settembre 2014
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RAZZA DI JUNCU (OLBIA). Lo stazzo che sta per cambiare vita per la terza volta in cinquant’anni - da povera casa di campagna a dimora diroccata a villa di lusso - l’Aga Khan lo vide la seconda volta che venne in Sardegna. Aprile 1961. Una giornata capricciosa: un po’ usciva il sole, un po’ piovigginava. Karim attraversò a piedi, da Razza di Juncu a Capriccioli, su una strada bianca buona solo per i carri, tra la macchia mediterranea bassa e inestricabile, quella che sarebbe diventata di lì a poco la Costa Smeralda. Con lui, Felix Bigio (suo segretario particolare, dopo esserlo stato del padre Aly) e André Ardoin (suo avvocato, e un tempo anche del nonno, l’Aga Khan III). Suoi accompagnatori, Nicola Azara (il mediatore di tutte le compravendite di Porto Cervo), il figlio Franco e Giovanni Filigheddu, il consigliere regionale diccì di Arzachena “padre” della Costa. Lo stazzo Fucareddu era in alto, isolato, incastonato tra i colli vicino a San Pantaleo e, dal basso, appena visibile dai terreni aridi dietro la spiaggia di Rena Bianca. Intorno, oltre 120 ettari, sparsi nelle località Antuneddu, Cuponi, Canaleddu, senza mai arrivare a toccare il mare. Apparteneva a Caterina Ragnedda, vedova Giagoni.

Fu quello dello stazzo Fucareddu il primo acquisto dell’Aga Khan; il primo atto - firmato il 20 dicembre 1961 davanti al notaio Mario Altea di Tempio - in cui comparve il suo nome. Prima di allora, tutte le operazioni di acquisto dei terreni di Monti di Mola erano avvenute con delle società, con sede in Liechtenstein per celare l’identità dei soci. Karim, assistito dall’avvocato Augusto Garibaldi di Roma, comprò quello stazzo, lo conferì al Consorzio e lì tutto è rimasto come 53 anni fa. Nessuna costruzione intorno, nessuna ristrutturazione. Un tetto mezzo crollato, un caminetto in cui ci sono i resti di un ultimo fuoco. Ma ora il suo futuro sta assumendo una nuova forma. Lo stazzo Fucareddu, in comune di Olbia, è il primo che la nuova proprietà della Costa Smeralda, il fondo del Qatar, trasformerà in una villa.

L’amministrazione ha rilasciato la concessione per l’ampliamento in base al piano casa e, dopo aver posto la rete di cantiere, l’impresa che ha vinto l’appalto, la Scavi snc di Ivan Piredda, di Olbia, ha cominciato i lavori. Per ora solo all’esterno, su un lato, quello destro per chi guarda lo stazzo dal mare. Secondo il progetto – guidato dal geometra Pietro Frasconi e firmato dall’ingegnere Tonino Fadda (uno degli indagati per la costruzione delle ville del Romazzino) – nascerà un’altra stanza e un bagno. Un po’ come è sempre avvenuto dalla fine del Settecento alla metà del Novecento. Quando la famiglia cresceva, lo stazzo si ampliava in orizzontale, quasi mai in verticale: lu palazzeddu (su due piani) se lo potevano permettere solo i più abbienti.

Lo stazzo Fucareddu (piccolo fuoco, in italiano) è un classico esempio dell’architettura gallurese. È orientato a sud-est, per prendere il sole e proteggersi dal vento dominante, il maestrale. Ha due stanze, di eguale dimensione. Una per la cucina e il soggiorno, con il caminetto. L’altra per la stanza da letto; una camera che veniva utilizzata anche come cantina, con un graticcio di canne in cui venivano disposte le forme di formaggio e una pertica in legno cui venivano attaccati i salumi. Il tetto è sorretto da travi di ginepro. Per raggiungerlo bisogna passare su una stradina sterrata, stretta e con il fondo sconnesso. Poi, quando si arriva alle spalle dello stazzo, dopo aver attraversato un’incolta distesa di terra, la vista turba l’animo. Il panorama è il trionfo della natura allo stato puro. Lo sguardo si perde a sinistra verso Capriccioli e Cala di Volpe e, più vicino, su Razza di Juncu. Davanti, oltre il verde e il mare, le isole Mortorio e Soffi. A destra, Capo Figari.

Quel panorama, così duro per chi in quello stazzo ci visse prima della Costa Smeralda, così dimenticato per così lungo tempo, ora dovrà incantare i turisti. Turisti particolari, ovviamente. Roba da snob, forse. Da artisti, anche. Di certo un investimento calibrato su un mercato europeo. Per inglesi, francesi, persino tedeschi. Difficile ipotizzare che possa piacere ai russi, o agli arabi, vivere in una villa comunque spartana (appena tre stanze), messa in mezzo alla natura più selvaggia, lontana chilometri dal primo centro abitato. Ci saranno tutti i comfort che nello stazzo non c’erano: la luce elettrica, l’acqua corrente, il bagno. Ma è pur sempre necessario avere un certo spirito d’avventura. È la scommessa su cui il Qatar ha voluto ancora credere. Altri stazzi sono andati a ruba, negli ultimi decenni. Ma mai quelli della Costa Smeralda erano stati toccati da questa nuova febbre. La storia ha voluto che, ancora una volta, tocchi all’Aga Khan, in qualche modo, percorrere questa nuova strada.

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