La Nuova Sardegna

Meridiana ritira i licenziamenti, per ora

di Guido PIga
Meridiana ritira i licenziamenti, per ora

I ministri Poletti e Lupi, il governatore Pigliaru, i vertici dell’azienda e i sindacati aprono il confronto sui 1.600 esuberi

24 settembre 2014
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ROMA. Come su un aereo in mezzo a una turbolenza. Ora tutti in caduta libera. Poi una piccola stabilizzazione. La possibilità di parlare serenamente e di riportarlo sulla rotta giusta. Infine - inaspettatamente - di nuovo giù in picchiata. Fino a vedere vicinissimo lo schianto. Evitato in extremis. Ma - per come si sono messe le cose - forse solo rimandato. Salvo miracoli.

Il vertice a Roma sulla crisi di Meridiana - iniziato alle 20 al ministero del Lavoro, con il peso di 1634 esuberi dichiarati su 2101 dipendenti - è stato al cardiopalma. Alla fine - per le pressioni dei ministri Poletti (Lavoro) e Lupi (Trasporti) - un accordo è stato trovato: la compagnia ha “congelato” la procedura dei licenziamenti. Anche se c’è un piccolo giallo lessicale. Per i sindacati, è stata “ritirata”, come è scritto nel verbale. Per la società dell’Aga Khan, solo sospesa. A tempo. Perché sindacati e azienda si sono impegnati a confrontarsi su tutto: dalle rotte cedute ad Air Italy ai nuovi contratti di lavoro. In una settimana, dal 14 al 21 ottobre. O si troverà una maxi intesa, o l’azienda ripartirà con i licenziamenti. Che a quel punto scatteranno nel giugno del 2015. Con i prossimi mesi passati a negoziare solo sui criteri (chi uscirà dall’azienda e perché) e sui soldi per coprire tre anni, o più, di ammortizzatori sociali (110 milioni all’anno, secondo un primo calcolo).

Tutto ok, quindi, disputa sulle parole a parte? Per niente. Perché l’accordo ha rischiato di saltare prima ancora di essere messo alla prova. Questo alle 21, dopo l’intervento dell’ad Scaramella. Il quale, come aveva già fatto prima di entrare al vertice, ha detto: «Va bene la sospensione momentanea della procedura sui licenziamenti, ma la ristrutturazione di Meridiana continua, il ruolo attivo di Air Italy anche». Insomma, i licenziamenti restano e i voli continuano a passare da Meridiana all’altra compagnia. I sindacati sono insorti. Solo l’intervento del ministro Poletti ha salvato l’intesa: «Siamo qui per trovare un accordo sul metodo; sul merito interverrete nei prossimi appuntamenti». Ma è chiaro che la trattativa, su queste basi, sarà difficilissima. Per tutti. Il Governo ha fatto quello che doveva: ha fatto prendere tempo all’azienda per meglio valutare il dossier Meridiana. Perché è in perdita? Ha un piano di rilancio? Sediamoci e parliamone.

Che questa sarebbe stata la linea dell’esecutivo Renzi lo si era capito avant’ieri sera. Con una trattativa notturna tra Lupi e i vertici Meridiana per incassare il “congelamento” dei licenziamenti. Ieri pomeriggio, presenti anche il governatore Pigliaru e l’assessore ai Trasporti Deiana, Lupi e Poletti hanno incontrato riservatamente Scaramella e Rigotti e hanno ottenuto da loro il via libera allo stop, seppure di un mese. Un successo almeno sulla forma. Perché la partita vera - sulla sostanza - si giocherà in una settimana. Dal 14 al 21 ottobre: ogni giorno una riunione in cui si parlerà di tutto. Per il governatore Pigliaru: «La revoca è un ottimo risultato, anche se non significa che la crisi non c'è». La posizione della compagnia è netta. I licenziamenti sono necessari. Non ci sono alternative. Forse saranno riassorbiti alcuni dipendenti. In Air Italy, però. E questo appare l’ostacolo maggiore, più ancora della revisione dei contratti (al ribasso) che pure l’azienda chiederà. Perché secondo i sindacati, Meridiana licenzia perché cede le rotte ad Air Italy. Ed è proprio questo travaso - 60 milioni di ricavi dalle rotte ottenute da Meridiana sui 126 totali realizzati da Air Italy nel 2013, come ha accertato “La Nuova” leggendo i bilanci - che i sindacati vogliono fermare.

Dice Franco Monaco (Filt-Cgil), a Roma insieme al segretario regionale Arnaldo Boeddu: «Ottima la revoca della procedura, ma la sospensione dell’agitazione dei lavoratori, che ci è stata chiesta dal Governo, deve essere accompagnata dal mantenimento in Meridiana di tutta l’attività, senza più trasferimenti ad Air Italy. Oggi, tutti i voli in continuità territoriale erano fatti da Air Italy. Inammissibile. La Regione vigili e intervenga», nella delegazione Cgil con lui anche Arnaldo Boeddu.

Dice Elisabetta Manca (Uilt): «Abbiamo sempre chiesto di bloccare la procedura. Per trovare con il confronto vero tutte le soluzioni possibili per evitare gli esuberi, specialmente in Sardegna. La pace sociale è possibile, ma è necessario che Meridiana abbia un piano industriale. E’ necessario che si assuma le sue responsabilità e blocchi il passaggio di attività ad Air Italy. Perché non può esserci sviluppo da una parte e fallimento dall'altra».

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