La Nuova Sardegna

Salvare i mosaici fragili capolavori del Mediterraneo

di Paolo Curreli
Salvare i mosaici fragili capolavori del Mediterraneo

Dalla Sardegna a Cipro molte opere a rischio, tra Sassari e Alghero convegno con i massimi esperti mondiali

26 ottobre 2014
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SASSARI. Da oggi fino al 31 ottobre Sassari e Alghero ospitano il convegno triennale dedicato alla tutela dell’arte musiva promosso dall'Iccm (Comitato internazionale per la conservazione del mosaico) istituzione internazionale di riferimento per archeologi, conservatori e direttori di musei. Nel corso della precedente conferenza, svoltasi in Marocco nel 2011, la Sardegna – e in particolare Alghero e Sassari – si era candidata ad ospitare l'incontro di quest’anno dell'Iccm, insieme a Londra e Malta. La candidatura è stata accolta con grande favore, proprio perché l’isola, in virtù della sua posizione geografica, è un luogo simbolo d'incontro di tutte le culture che si affacciano sul bacino del Mediterraneo.

Il patrimonio sardo.

Visione confermata dal professore Demetrios Michaelides, importante personalità dell’archeologia, docente di antichità classiche all’università di Cipro, e presidente del comitato: «La Sardegna gioca un ruolo importante nel settore del mosaico, non ha un patrimonio famoso come quello della Sicilia, ma i reperti di Nora e Porto Torres sono di grande interesse per i temi iconografici e ci parlano del ruolo centrale dell’isola nel mondo antico. Un luogo di incontro ideale per ospitare un convegno che vede la partecipazione di studiosi di 32 paesi».

Il mosaico ha una natura artistica che attraversa la funzionalità, la pura decorazione e l’architettura, per questo motivo è un manufatto che ci parla molto del gusto e della cultura del mondo antico, ma è anche un libro da sfogli’are per scoprire la tecnologia dei nostri predecessori. «Per la mentalità dei popoli antichi era pura decorazione, non una manifestazione della creatività di un singolo artista, infatti non erano firmati –spiega il professore Michaelides–. Eppure ci sono dei mosaici che anche loro consideravano preziosi capolavori, tanto da proteggerli con lamine di piombo per impedire di camminarci sopra».

Quello della protezione è il tema centrale dell’impegno dell’Iccm, che in questo convegno si interroga sui costi per la salvaguardia di questi capolavori.

Un fragile tesoro.

«I mosaici sono una delle ricchezze principali del Mediterraneo –dice Roberto Nardi vicepresidente del comitato –.Un tesoro maltrattato di estrema fragilità, dove alla trascuratezza e alla mancanza di fondi dovuta ai tempi di crisi, dobbiamo aggiungere i delicati scenari politici dell’area del Mediterraneo e del Medio Oriente che mettono a repentaglio un gran numero di capolavori». Roberto Nardi – direttore del centro di Conservazione archeologica di Roma – è un esperto nel recupero dei materiali lapidei antichi, ha guidato lo staff per il restauro dei Giganti di Mont’e Prama e lancia un preciso monito sul patrimonio musivo: «I mosaici sono l’ultimo baluardo di un sito archeologico, caduto questo cade tutto il sito, che senza decorazioni viene percepito come un cumulo di pietre. Il comitato, formato da volontari, tiene alta l’allerta su questo campo e su quello del perfezionamento delle tecniche di conservazione e salvaguardia».

Parteciperanno alla conferenza 250 delegati. Saranno rappresentati tra gli altri gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l'Iran, tutti i Paesi dei Balcani e del Mediterraneo e, per la prima volta il Giappone.

Il calendario dei lavori.

Inaugurazione oggi nella facoltà di Architettura di Alghero. Il programma prevede una giornata di apertura presso l'aula magna dell'università di Sassari con il saluto di benvenuto ai convegnisti. Chiuderà la giornata un tour di Sassari con visita al museo Sanna. Seguiranno tre giornate di lavoro al teatro Civico di Alghero, una giornata di visita al complesso nuragico di Sant'Antine, al sito di Tharros, al museo di Cabras, alla città di Bosa e una visita al sito di Porto Torres.

Gli studiosi, archeologi e conservatori, avranno modo di apprezzare, oltre all'agenda scientifica del convegno, uno spaccato della bellezza paesaggistica, architettonica, archeologica e della cultura della Sardegna. L'organizzazione del Convegno si ripropone di fornire al folto gruppo di specialisti di alto livello scientifico, un evento memorabile che possa essere vettore della cultura mediterranea incarnata dall'Isola.

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