La Nuova Sardegna

Cauzione, Abbanoa si difende: «Il deposito garantisce gli onesti»

di Luca Fiori
Cauzione, Abbanoa si difende: «Il deposito garantisce gli onesti»

L’azienda risponde dopo le polemiche e le prese di posizione delle associazioni dei consumatori Il direttore generale Murtas: «Ogni anno a causa di cessazioni di clienti morosi perdiamo 9 milioni»

10 novembre 2014
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SASSARI. «Il deposito cauzionale è una garanzia sui consumi eventualmente non pagati. Ora per recuperare i crediti si interviene con decreti ingiuntivi che hanno tempi lunghi e costi che alla fine gravano sulla collettività». Non una tassa ulteriore dunque, ma una forma di garanzia che il cliente presta al gestore per tutelarlo rispetto a eventuali insolvenze.

Sarebbe questo e niente di più, secondo Abbanoa, il deposito cauzionale che in questi giorni ha messo in allarme le famiglie sarde e scatenato le associazioni dei consumatori. Le proteste nelle ultime ore sono rimbalzate da Facebook agli sportelli della stessa Abbanoa. Il nuovo balzello riguarda nuovi e vecchi utenti e per molti potrebbe dare vita a una nuova class action contro la società che gestisce il servizio idrico. Ma l’azienda si difende e prova a smorzare le polemiche che alimentano i dibattiti su social forum e blog.

«Il deposito - spiega il direttore generale di Abbanoa Sandro Murtas - si basa su un principio di equità. È stato previsto dall’autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico e non da noi - precisa - per contribuire a contrastare il fenomeno della morosità il cui onere ricade in ultima istanza sulla generalità della collettività. La cauzione - aggiunge Murtas - garantisce innanzitutto i clienti che pagano, perché si è certi che viene trattenuta immediatamente la somma al debitore e la collettività non deve sostenere anche oneri per il recupero del credito». Nell’isola - ha calcolato Abbanoa - sono 200mila i clienti che dovranno versare la cauzione di 55 euro (in due rate) entro la fine dell’anno. A Cagliari su 85mila utenti ben 22mila dovranno mettersi in regola. A Sassari sono 10mila su 33mila invece gli utenti della società che gestisce il servizio idrico che dovranno pagare il deposito cauzionale. Sono tutte vecchie utenze, perché chi ha chiesto e ottenuto l’allaccio dopo il 2006 ha già versato il deposito. «Sono 500mila i sardi che hanno già pagato - spiega Murtas - mentre ogni anno vengono presentate ad Abbanoa circa 26mila chiusure contrattuali per volture o cessazioni. Tra queste si registrano mediamente insoluti per quasi nove milioni di euro. Tanti soldi - aggiunge Murtas - che creano una morosità che genera un danno all’azienda ma anche alla collettività». Il deposito funziona come la caparra nei contratti d’affitto. In caso di cessazione del contratto, viene restituito maggiorato degli interessi legali. I depositi sono già previsti da diversi gestori non solo di servizi idrici. «Sono esenti le famiglie a basso reddito - spiega Murtas - e a chi attiva la domiciliazione bancaria e postale - aggiunge il direttore generale - il deposito viene restituito». E a don Roberto Carta, il parroco di Sarule che sta guidando la rivolta contro Abbanoa su Facebook, Murtas risponde così: «Anche gli edifici di culto sono soggetti a deposito e bolletta semestrale in ragione dei consumi».

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