La Nuova Sardegna

Gli esuberi da Pigliaru: tensione, ma il dialogo c’è

Gli esuberi da Pigliaru: tensione, ma il dialogo c’è

Il presidente: «Ogni vertenza è una storia a sé da affrontare in modo differente» Meridiana, venerdì la Regione presenterà le richieste alternative ai licenziamenti

18 novembre 2014
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CAGLIARI. Cinquanta minuti di faccia a faccia, in sala Giunta. Da una parte del tavolo, i diciotto marciatori di Unica: dalle magliette rosso-Meridiana a quelle blu della Rosmary, in mezzo qualche caschetto da minatori e diversi giovani cervelli sardi con un talento innato per l’alta tecnologia ora però scaricati da spietate multinazionali.

Dall’altra, il presidente della Regione Francesco Pigliaru e due assessori, Virginia Mura e Massimo Deiana. Scritto così i due fronti sembrano davvero in guerra, ma non dovrebbero esserlo, opposti e persino troppo puntigliosi uno nei confronti dell’altro. Anzi, chi protesta per salvare il posto di lavoro e chi governa in difesa del lavoro semmai dovrebbe far parte di fronti al massimo paralleli.

Fronti che dalle circostanze, drammatiche, dai licenziamenti, continui, dalla cassa integrazione, infinita, dovrebbero dialogare invece di più o meglio ancora fondersi in una sola squadra. Gli avversari, quelli veri, sono a Roma (Governo), a Parigi (residenza dell’Aga Khan) o dovunque abiti un imprenditore che riempitosi il portafogli di soldi pubblici o al quale sono stati concessi esagerati benefici, oggi ha già lasciato la Sardegna in braghe di tela o è pronto a farlo. Oppure per dirla come il minatore dell’Igea fino a pochi giorni fa asserragliato in un pozzo: «Vuole che i sardi muoiano di fame». Risultato dell’incontro? La sintesi è dettata da chi fra i manifestanti ha parlato per ultimo nella conferenza stampa sotto i portici occupati senza schiamazzi. «Finalmente quassù hanno ingranato la marcia giusta», ha detto con lo sguardo e il megafono rivolto verso il primo piano del Palazzo. Il fronte unico auspicato ha cominciato a prendere forma proprio dopo l’incontro. L’avvio è stato difficile, ma alla fine – come ha detto lo stesso Pigliaru – dall’altra parte del tavolo hanno capito che «la Regione non è una controparte», come invece era scritto sui volantini distribuiti dagli esuberi recenti e dai licenziati di vecchia data nell’ultima tappa della marcia partita da Olbia.

In viale Trento, alla Giunta, i diciotto delegati delle varie vertenze hanno presentato le loro proposte, tante e intelligenti, per uscire dal tunnel. Ad esempio quelli di Meridiana hanno avuto la conferma che venerdì «buona parte delle richieste alternative ai licenziamenti» saranno presentate dalla Giunta all’azienda. Oppure altri hanno intuito che qualche speranza in più potranno averla nei «diversi tavoli dedicati» a questa o quella azienda, perché – parole di Pigliaru – «ogni vertenza ha una storia a sé che va affrontata in maniera differente, esattamente come stiamo facendo» e con «un impegno della Giunta quotidiano e davanti agli occhi di tutti», ha aggiunto l’assessore Mura.

Dire però che l’incontro al primo piano abbia avuto o avrà effetti miracolosi è un’esagerazione. «È stato un buon punto di partenza», ha scritto con cruda realtà chi per cinquanta minuti, via Twitter, s’è impegnato a raccontare ogni attimo del vertice, teso ma sereno nei toni, fra Regione e Unica. Perché, all’uscita, i marciatori hanno fatto sapere che «la lotta continua» e lo stesso – ha giurato – farà chi governa. (ua)

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