La Nuova Sardegna

Abbanoa, recupero crediti per 50 milioni affidato a due legali

di Mauro Lissia
Abbanoa, recupero crediti per 50 milioni affidato a due legali

Gara vinta dagli studi Macciotta (Cagliari) e Pisenti (Roma) Stop agli incarichi assegnati senza selezione pubblica

19 novembre 2014
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CAGLIARI. Incarichi per milioni di euro, conferiti a studi legali di fiducia senza alcuna selezione pubblica. Alla fine del 2013 erano 58 gli avvocati impegnati in attività di patrocinio a favore di Abbanoa, procedimenti penali a carico di dirigenti e soprattutto cause civili intentate da utenti vessati, colpiti da slacci improvvisi del servizio, costretti a pagare per forniture incerte, vecchie di anni, consumi prescritti. Poi il gigantesco, sconfinato, quasi insondabile recupero dei crediti accumulati in anni in cui Abbanoa non esisteva o se esisteva non era in grado neppure di stabilire chi fossero i clienti reali, quanto avessero consumato, a quali tariffe.

Cause costose. Milioni di euro, in buona parte impossibili da esigere o recuperabili solo a prezzo di cause interminabili e costose. Appena aperto il fascicolo contro ignoti sullo spinosissimo e complesso caso Abbanoa, il pm Giangiacomo Pilia ha puntato dritto su questo impressionante moloch di incarichi professionali, un eldorado per studi legali beneficati dalle scelte della direzione generale, toccati da una grazia che può valere parcelle dorate. L’ipotesi iniziale, rimasta in ballo ora che l’inchiesta è vicinissima al capolinea, è che quegli incarichi dovessero seguire almeno per gli importi potenzialmente più elevati le norme dell’evidenza pubblica: una gara aperta a tutti gli studi legali d’Italia secondo una procedura rigorosa e inattaccabile. Ebbene dopo anni di gestione personale degli incarichi, Abbanoa ha deciso di rispettare le regole della selezione pubblica e ha portato a termine una manifestazione d’interesse rivolta a un lotto di recupero crediti - il valore è di 50 milioni - da affrontare con azioni legali. Risultato: fuori tutti gli avvocati sardi meno uno, d’ora in poi saranno lo studio dell’avvocato cagliaritano Giuseppe Macciotta e quello del civilista romano Francesco Pisenti a gestire il mostruoso blob di cause che grava sul sistema-Abbanoa, una ricca esclusiva ottenuta attraverso una procedura di selezione che per anni e anni è stata agevolmente ignorata dalla direzione della società regionale che gestisce il servizio idrico nell’isola.

Ritorno alle regole. Se all’interno di Abbanoa c’è chi parla di ritorno tardivo alle regole, per i legali sardi è un colpo piuttosto duro. Ci sono penalisti che d’improvviso si erano prestati a muoversi in un settore della giustizia per loro del tutto nuovo. La parte del leone l’avevano fatta finora gli studi di Cagliari: 24 avvocati hanno garantito un servizio di patrocinio e di consulenza legale efficiente quanto costoso alla complicata macchina amministrativa di Abbanoa, rallentata da ricorsi, cause, controversie e azioni di contrasto ancora in corso in ogni tribunale della Sardegna. Scorrendo l’elenco - quello disponibile risale alla fine del 2013 - saltano fuori i nomi di 14 legali di Sassari, 15 di Nuoro e 5 di Tempio Pausania. Poi ci sono alcune figure professionali che danzano fra incarichi formali e rapporti nascenti. Ora la scelta è caduta su due studi legali attrezzatissimi, che possiedono - così è stato accertato - i requisiti per tenere in pugno un contenzioso che mette paura solo a leggerne le cifre. Il requisito necessario per vincere la selezione era di aver avviato azioni legali per un valore di almeno tre milioni nell’ultimo triennio.

Primo lotto. Il lotto assegnato in questi giorni riguarda solo il recupero dei crediti da 5000 a 20 mila euro per un volume complessivo di 50 milioni. L’impegno è di produrre almeno 50 decreti ingiuntivi alla settimana, una vera gioia per gli utenti di Abbanoa.

L’assemblea dei soci. Intanto l’amministratore unico Alessandro Ramazzotti ha convocato l’assemblea dei soci per il 17-18 dicembre alle 18.30 all’hotel Panorama, a Cagliari. Si parlerà di piano d’ambito ma soprattutto della spinosa questione legata ai conguagli, i 106 milioni da fatturare agli utenti per adeguare la tariffa ai costi di fornitura del servizio. Chiarito che la decisione di scaricare sui cittadini una parte del buco finanziario maturato negli anni è stata autorizzata ed è legittima, all’ordine del giorno dell’assemblea risulta il periodo di conguaglio 2005-2011, su parte del quale pesa il sospetto di prescrizione. Come dire che almeno una parte del volume fatturato - sempre che l’operazione esca indenne dai ricorsi, già annunciati - risulterebbe prescritta. Non è un problema secondario perché il problema dei crediti prescritti - e in parte iscritti a bilancio - è fra quelli all’esame del pm Giangiacomo Pilia, che indaga per abuso d’ufficio e altri reati. L’ipotesi è che inserire fra le attività somme ormai perdute sia servito a contenere le perdite.

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