La Nuova Sardegna

Fiume Santo, favoriti i cechi di Eph

di Gianni Bazzoni
Fiume Santo, favoriti i cechi di Eph

Presentate le offerte. Ma resta l’ipotesi della fusione tra E.On Italia ed Edison. Proroga di 9 mesi per il quinto gruppo

26 novembre 2014
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SASSARI. Si complica la vendita degli asset italiani di E.On, quindi anche degli impianti di Fiume Santo. Alla scadenza fissata per la presentazione delle offerte vincolanti (lunedì 24) - secondo indiscrezioni molto attendibili - sarebbero cinque o sei le proposte arrivate per definire uno “spezzatino” che, a questo punto, potrebbe anche non soddisfare la multinazionale tedesca. Il rischio, infatti, è che alcune attività (non proprio appetibili) possano restare fuori e quindi fare saltare l’operazione di vendita. A quel punto - secondo i rumors delle ultime ore - se l’asta dovesse andare male, l’ipotesi più probabile sarebbe quella della fusione tra E.On Italia e Edison: proprio Edf (che è assistita da Mediobanca) non ha partecipato alla corsa per la presentazione delle offerte e potrebbe tornare in auge con una trattativa privilegiata. Specie se i tedeschi dovessere ritenere le proposte economiche pervenute non adeguate.

Fuori dalla partita sarebbero, al momento, tutti i big che, invece, sembravano tra i più attesi, a cominciare da Enel e A2A per finire con il gruppo cinese Shanghai Electric Power. Questi ultimi, però, avrebbero allacciato contatti con la cordata definita “italo-svizzera” (cioè la investment company Capital Geneve e la Ansaldo Energia).

La partita è apertissima e i tedeschi sono determinati a vendere, anche se in questa fase preferiscono mantenere una grande prudenza. Per Fiume Santo la situazione è in continua evoluzione. Le offerte vincolanti - sempre secondo le indiscrezioni circolate - sarebbero state presentate dai cechi di Energeticky a Prumyslovy Holdinh (Eph) e da Ottana Energia in partnership con gli americani di Contour. Sul tavolo anche la proposta della società romana Gala (anche se in questo caso non ci sono conferme).

Di sicuro, la multinazionale tedesca preferirebbe i cechi di Eph che - tra l’altro - pare abbiano formalizzato anche una offerta interessante. In realtà proseguono i contatti E.On-Edison, un confronto che si trascina da anni senza esiti esaltanti e nell’ultimo mese ci sono stati cambiamenti da non sottovalutare: gli equilibri in Edf si sono modificati con l’arrivo del nuovo manager Jean-Bernard Levy che ha preso il posto di Henri Proglio (che era tra i più validi sostenitori dell’unione con E.On). Quindi anche questo passaggio non è per niente scontato.

L’ultima parola spetta alla società tedesca che si prenderà ancora un po’ di tempo per valutare la situazione.

Intanto - per restare in tema di Fiume Santo, dove la situazione è sempre più critica anche per le questioni ambientali che hanno fatto scattare nuove indagini e aperto ulteriori fronti giudiziari - c’è da registrare l’iniziativa del direttore generale del ministero dell’Ambiente Mariano Grillo che ha scritto ufficialmente a E.On e al ministero dello Sviluppo economico per sottolineare che «in riferimento alle proprie competenze» non ci sono ostacoli per la concessione della proroga di ulteriori 9 mesi per l’avvio della costruzione del quinto gruppo a carbone (già titolare dell’Autorizzazione integrata ambientale, l’unico al momento in Italia). In pratica lo slittamento scatterebbe dal prossimo 4 dicembre per altri 9 mesi. Al ministero dello Sviluppo economico ci sarebbero, però, alcune perplessità (la nota è di lunedì 24 novembre) e c’è attesa per conoscere l’eventuale pronunciamento (indispensabile) del dicastero competente. Situazione in movimento, dunque, su più fronti.

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