La Nuova Sardegna

Negri: «Pronti a comprare Tirrenia»

di Pier Giorgio Pinna ; di Pier Giorgio Pinna
Negri: «Pronti a comprare Tirrenia»

Genova, l’armatore sassarese di Gip contrario all’espansione di Onorato in Cin: «Il monopolio Moby è un rischio»

05 dicembre 2014
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SASSARI. «Siamo pronti a comprare noi il cento per cento di Tirrenia non appena il campo sarà sgombrato dagli strascichi dell’arbitrato fra Moby e Clessidra». Luigi Negri è un tantino influenzato e così ogni tanto deve interrompere la conversazione telefonica per riprendere fiato. Ma la sua voce, quando formula la proposta, è ferma, chiarissima. Sardo doc nato a Sassari 71 anni fa, attraverso il Gip, Gruppo investimenti portuali, l’armatore detiene una quota di minoranza della Tirrenia pari al 15 per cento. «Però – spiega – sono già in contatto con un pool d’investitori assolutamente in grado di portare a termine l’intera operazione». Negri vive a Genova sin dal periodo successivo alla laurea in giurisprudenza, presa nell’ateneo di Sassari. Adesso i suoi interessi economici spaziano dalla Liguria alla Toscana, dove, tiene a ricordare, «ho una piccola compagnia di navigazione che d’estate collega Piombino con Porto Ferraio, la Blu Navy». E oggi si dice contrario all’acquisto del 35 per cento del Fondo Clessidra da parte dell’armatore maddalenino Vincenzo Onorato, non solo perché così si annacquerebbero le sue quote in Cin: «Lo sostengo semplicemente perché il monopolio Moby sarebbe un rischio per tutti», osserva.

Può chiarire in maniera più precisa la sua posizione sotto questo profilo?

«Lo dico da tempo e sono sempre dello stesso parere: spero che la trattativa fra Moby e Clessidra non vada a buon fine. Se Onorato acquistasse il 35 per cento di Cin Tirrenia ora nelle mani del Fondo, che cosa ci sarebbe di diverso rispetto all’ipotesi di fusione bocciata a suo tempo dall’Antitrust?».

Prego: lo dica pure lei.

«Non ci sarebbe, com’è evidente, alcuna differenza. Perché Vincenzo Onorato si troverebbe in una situazione di monopolio, secondo me inaccettabile, sulle rotte marittime di questa parte del Mediterraneo».

L’armatore della Moby ha però sempre sostenuto che in realtà sulle linee per la Sardegna operano molte compagnie di navigazione: non è così?

«Nei fatti direi proprio di no. Se il negoziato si concludesse con l’acquisizione da parte di Onorato del 75 per cento complessivo di Tirrenia, tra Cin e Moby lui stesso controllerebbe il 95 per cento delle rotte per l’isola e il grosso di tutti i servizi collegati».

Come fa questi calcoli?

«In modo molto semplice. È vero che d’estate qualche società in più lavora sulle linee sarde. Ma Grandi Navi Veloci si è ritirata, sembra in maniera definitiva. Grimaldi Napoli garantisce soltanto qualche collegamento estivo. Il resto è tutto affidato a Moby e Tirrenia».

Quali conseguenze provocherebbe la nuova situazione?

«Faccio un esempio, così tutti possono capire più facilmente. Di recente in Toscana è stata privatizzata la Toremar, equivalente pubblico della sarda Saremar. Bene, oggi noi con la Blu Navy assicuriamo le corse estive verso l’Elba assieme a Moby. Ma nelle altre stagioni succede che il collegamento è garantito solo da Onorato. E così può capitare che d’inverno, quindi in un periodo di bassa stagione, paradossalmente le tariffe siano più alte che in luglio e in agosto, cioè in alta stagione».

Ma più in generale che cosa pensa di tutti gli altri effetti legati a questi possibili sviluppi?

«Credo che se il player un domani diventerà uno solo si verificheranno gravi problemi. E che dunque un’ipotesi del genere non dovrebbe essere ammessa né consentita dalle leggi vigenti».

Lei infatti ha appena richiamato il precedente fissato dall’Antitrust.

«Sì, è vero: però in Italia certe volte i cartelli vengono osteggiati, mentre in altre circostanze non si capisce mai bene come vadano a finire le cose esattamente».

Al di là della partecipazione azionaria nella Tirrenia, lei quali esperienze ha fatto nei trasporti marittimi?

«È un settore nel quale lavoro sin da molto giovane. Ho cominciato operando per conto dei Traghetti del Mediterraneo, gli “espressi” per le merci che a suo tempo collegavano Sardegna e Sicilia. Poi ho continuato nei terminal per i container soprattutto a Livorno e a Genova».

Chi sono gli imprenditori che assieme a lei sarebbero disponibili a dar vita a una cordata per comprare Cin? E nel caso l’offerta riguarderebbe le quote di Onorato?

«Per il momento non posso rivelare i nomi degli investitori a me vicini: ci sono evidenti ragioni di riservatezza. Quanto all’altra domanda, sì: vorremmo poter rilevare tutto il pacchetto azionario, comprese il 40 per cento di Onorato».

Si parla di somme ingenti, probabilmente centinaia di milioni...

«I numeri sono fluttuanti. Il valore della compagnia com’è naturale subisce oscillazioni e io stesso non posso dire in questa fase quale sia il suo valore preciso, visto che comunque lo Stato vanta ancora nei suoi confronti un credito di 260 milioni. E questo nonostante la privatizzazione sia andata benissimo, si sia rivelata, direi, l’unica finora riuscita davvero in Italia».

Ma quando potrebbe essere formalizzata, al lato pratico, la vostra offerta d’acquisto?

«Oggi è in corso un arbitrato fra Moby e Clessidra su un contenzioso che li rigurda, ma a quanto vedo non impedisce le trattative avviate negli ultimi mesi per l’acquisto da parte di Onorato. Infatti Clessidra è un fondo finanziario. E naturalmente ha interesse a realizzare investimenti al meglio a favore dei suoi azionisti. Se un domani il terreno sarà liberato da queste situazioni per noi ostative, speriamo già il prossimo anno, noi siamo decisisimi a farci avanti».

E questo circa i tempi, in concreto, che cosa significa?

«Vuol dire che ci muoveremo appena possibile, quando le condizioni operative lo consentiranno».

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