La Nuova Sardegna

Samantha ama la Sardegna e la fotografa dallo spazio

di Stefano Ambu
Samantha ama la Sardegna e la fotografa dallo spazio

Cristoforetti posta le immagini e commenta: «Fantastici ricordi delle mie visite» Si è esercitata a lungo con i suoi colleghi nelle grotte del Supramonte

14 dicembre 2014
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CAGLIARI. Cagliari e la Sardegna viste dalle stelle. La cartolina speciale, con due immagini notturne di capoluogo e isola, arriva dalla Stazione spaziale internazionale ed è firmata da Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana nello spazio, impegnata in una missione che la terrà lontano da casa, e dalla Terra, per sei mesi. Immagini postate da @AstroSamantha su Twitter e Facebook che, naturalmente, nell'isola stanno ricevendo una montagna di retweet (tra cui quello del governatore Pigliaru), mi piace e condivisioni. Una specie di fragoroso applauso in versione tecnologica. Come ogni cartolina che si rispetti c'è anche un pensierino. Un saluto per la Sardegna.

E una dedica per il capoluogo: «E questa è Cagliari di notte – scrive la donna dello spazio commentando l'immagine – ho dei fantastici ricordi delle mie visite». Cristoforetti sta raccontando la sua avventura trasferendo immagini, emozioni e riflessioni attraverso i social: una specie di diario di bordo da condividere con chi sta a terra. Rapporti con la Sardegna molto forti per l'astronauta che nell'isola ha trascorso un lungo periodo di addestramento nelle grotte della valle di Lainaittu insieme ai colleghi dell'Esa, l'ente spaziale europeo. Nel gruppo che si esercitava in Sardegna c'era anche Luca Parmitano, tornato proprio un anno fa dallo spazio da una missione di sei mesi.

«Conosco personalmente il capo di Cristoforetti – spiega Giacomo Cao, presidente del Distretto aerospaziale in Sardegna, docente universitario e ricercatore del Crs4 –, il belga Frank De Winne, protagonista nel 2002 della missione Odissea. Contiamo di portare al più presto nell’isola Parmitano». Sardegna all'avanguardia in questo settore: Cao e il suo staff sono impegnati nel progetto Cosmic – già ottenuto il brevetto – per l'alimentazione e la sopravvivenza dei componenti di una possibile missione su Marte.

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