La Nuova Sardegna

SASSARI. Avanti marsch! Non sono ancora cessate le polemiche sull'addestramento 2014 nelle basi militari sarde che già si pensa al prossimo anno. Il Comitato paritetico misto, appena rinnovato per la parte che riguarda i componenti di nomina regionale, è stato convocato per lunedì 29 dicembre. E tra i temi all'ordine del giorno c'è appunto "il programma di utilizzazione dei poligoni, permanenti e occasionali, di competenza dell'esercito italiano, della marina e dell'aeronautica impiegati per lo svolgimento di esercitazioni a fuoco nel primo semestre 2015". Un calendario fittissimo. Che dovrebbe vedere lo sbarco nell'isola di molti altri reparti e tantissimi soldati, parecchi dei quali in forza alla Nato e ad altri Paesi alleati.

Vertici. L'appuntamento del 29 comunque sarà preceduto da un altro incontro. Quello tra i membri "civili" del Comipa e la presidenza della giunta. La riunione avrebbe dovuto svolgersi già venerdì scorso. Ma è stata poi rinviata a domani. In quella sede, oltre che un primo rapporto di conoscenza interna, dovrebbero venire definiti i principi della strategia che la Regione intende mantenere nei confronti dei rappresentanti sul territorio delle forze armate.

Attese. Tutto questo alla luce del “no” alla firma da parte del presidente Pigliaru sul protocollo d'intesa sulle servitù del giugno scorso. Dei roghi provocati dalle esercitazioni in settembre a Capo Frasca e a Teulada. Dell'equiparazione dei parametri d'inquinamento tra basi militari e zone industriali. Del mancato riavvio di un dialogo con la Difesa. Di un’attenta analisi del moderno sistema super hi-tech (Siat) per la guerra virtuale a Teulada. E, in definitiva, alla luce dell’introduzione di nuovi vincoli. Come quelli riaffermati dal mininistro Pinotti per i bunker a Guardia del Moro, Santo Stefano, arcipelago della Maddalena. O come la conferma di altre servitù nel territorio comunale di Pula. Temi e problemi sui quali, più in generale, continua a slittare il confronto tra il sottosegretario Domenico Rossi e lo stesso governatore Francesco Pigliaru.

Particolari. Ma che cosa prevede, nel dettaglio, il nuovo piano di war games in Sardegna? Intanto ancora una volta sono coinvolte tutte le aree di norma riservate a queste operazioni: oltre Perdasdefogu e Capo San Lorenzo, Teulada, Capo Frasca e il poligono di S'ena ruggia, vicino a Macomer. Poi va ricordato che le missioni s'intendono estese non solo alle superfici a terra, ma soprattutto ai corridoi aerei e alle "campane" a mare. E questo per un’estensione pari a centinaia di miglia, sino ad arrivare quasi a metà Tirreno a est e a larghi tratti del Mar di Sardegna a ovest. Da qui i consueti "avvisi ai naviganti" già predisposti dall'Istituto idrografico della Marina e le segnalazioni per i comandanti di voli civili: evidentemente ristretti ai soli giorni delle esercitazioni.

Manovre. Attorno al Pisq, il poligono interforze del Salto di Quirra e del distaccamento di Capo San Lorenzo, viene prefissata un'ampia mobilitazione. Programmati lanci di missili contro radiobersagli, guerre elettroniche, addestramenti al combattimento aereo, sganci di carichi inerti, test sui sistemi di bordo. E, per giugno, viene annunciata un'esercitazione di carattere internazionale.

Mobilitazione. A Teulada scenderanno in campo la Sassari, l'Ariete e l'Aosta e la Brigata bersaglieri Garibaldi. Ma pure il 51esimo e il 61esimo stormo, elicotteri e naturalmente i carri armati e gli altri blindati dei vari reparti.

La Brigata. Infine a S'ena ruggia saranno svolte lezioni di tiro con armi individuali e lancio di bombe a mano per una media di una dozzina di giorni al mese, con il coinvolgimento di quasi tutti i reparti della "Sassari": Quinto reggimento del genio, 152esimo, reparto comando e supporti tattici.

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