Accordo sui 400 esodi volontari, è stallo
Il compromesso al tavolo del Ministero si è arenato davanti al no dell’Usb. A notte fonda ancora avanti con le trattative
OLBIA. L'accordo sui licenziamenti (volontari) di Meridiana c'era. A metà. Ma c'era. Almeno fino a mezzanotte. Perché poi è scoppiato un giallo, confermato dai sindacati, dall’azienda e da fonti ministeriali. Una sigla, quando tutti erano d'accordo, non l'ha più voluto firmare. Questo sindacato è l'Usb. Un no arrivato a mezzanotte e le cui conseguenze - a meno che le altre sigle non abbiano poi detto sì nella notte - sarebbero imprevedibili. Sui lavoratori. E sulla compagnia aerea. L'Aga Khan l'aveva detto chiaramente, nero su bianco: senza intesa non c'è sopravvivenza.
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Un Natale drammatico. Ecco il riassunto di una giornata cominciata alle 16 al ministero del Lavoro. La mediazione del Governo è determinate. Si decide questo. I volontari possono andare via da Meridiana entro l'anno: avranno così il massimo degli ammortizzatori sociali (dai 4 ai 6 anni) e anche un incentivo. L'Aga Khan continuerà a credere nella compagnia aerea, ovvero non la chiuderà. Chiusa questa prima fase - con la possibile uscita di 400 dipendenti, secondo stime aziendali - Meridiana (l'ha confermato anche ai ministeri) riaprirà a gennaio un'altra procedura sui licenziamenti: non più per 1634, ma, con le previsioni sugli addii volontari, per circa 1200 lavoratori. Questo viene deciso alle 21 tra ministero, azienda e sindacati nazionali (Filt-Cgil, Uiltrasporti, ma anche quelli del no come Usb e Apm; assente la Fit Cisl). Decisivo il fatto che Meridiana abbia escluso il preavviso di licenziamento dall'accordo. Una bozza che diventerà realtà con un ultimo passaggio: a ratificare l'intesa devono essere le rsa. Entro il 27 dicembre. È dunque a loro, ai rappresentanti sindacali aziendali, che i segretari nazionali lasciano il diritto di dire sì o no sul futuro della compagnia aerea e dell' hangar.
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