La Nuova Sardegna

Solo l’obbligo di firma per Daniela Tidu

di Mauro Lissia
Solo l’obbligo di firma per Daniela Tidu

Attenuata la misura cautelare per l’indagata. Giorgio Oppi: «Sono sereno, l’inchiesta dimostrerà la mia estraneità ai fatti»

24 dicembre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Resta solo l’obbligo di firma per Daniela Tidu, la segretaria dell’ex presidente dell’Igea Bista Zurru indagata per concorso in peculato e altri reati nell’inchiesta condotta dal pm Marco Cocco sul saccheggio dell’ente regionale destinato a gestire le bonifiche industriali. Dopo aver respinto l’istanza di attenuazione della misura cautelare che riguarda l’operaio- autista Marco Tuveri, il gip Giuseppe Pintori ha accolto in parte la richiesta presentata per la Tidu dagli avvocati Agostinangelo Marras e Massimo Melis: cancellato l’obbligo di dimora che avrebbe costretto l’indagata a non allontanarsi da Nebida, Daniela Tidu dovrà soltanto presentarsi alle scadenze stabilite dal giudice a firmare nella caserma dei carabinieri del paese. Impossibile stabilire che cosa sia cambiato dalla firma dell’ordinanza cautelare ad oggi, considerato che la Tidu si è avvalsa della facoltà di non rispondere all’esame di garanzia. È possibile che il magistrato abbia preso atto della memoria depositata dalla difesa, nella quale l’impiegata ha fornito alcune spiegazioni. La sua posizione comunque non cambia, sarà il seguito dell’inchiesta a stabilire quali siano le sue eventuali responsabilità nella vicenda giudiziaria dove la donna è coinvolta come amante di Tuveri, dal quale avrebbe ricevuto benefici illegali di vario tipo, tra cui carburante di proprietà Igea per la propria auto.

Intanto il presunto regista politico del sistema Igea, il consigliere regionale e leader dell’Udc Giorgio Oppi, ha affidato alle agenzie di stampa una dichiarazione in cui manifesta la propria serenità in merito agli esiti dell’indagine: «Sono certo che la mia estraneità ai fatti verrà accertata» ha scritto Oppi, che nel procedimento penale è indagato per peculato e voto di scambio. Nel documento si legge: «Ho appreso solo dai giornali che sarei indagato nella vicenda Igea. Pur non avendo ricevuto nessun atto giudiziario e pur nella consapevolezza della mia totale estraneità ai fatti, ho comunque anticipatamente incaricato il mio legale di fiducia, l’avvocato Massimiliano Ravenna.Sono e resto sereno, confidando in pieno nell’operato dei magistrati e certo che la mia estraneità ai fatti sarà accertata anche questa volta».

Oppi compare nell’ordinanza firmata dal gip Pintori come ispiratore di alcune operazioni legate alle elezioni locali. È lui - stando al contenuto delle conversazioni intercettate - che ordina a Tuveri di procurare un carrellino minerario storico da regalare a elettori di Assemini per favorire la vittoria del candidato Udc. Sempre lui incontra Tuveri, dopo aver indicato Bista Zurru per la carica di presidente della società, diventata una sorta di feudo del partito. Oppi è attualmente a giudizio immediato con le accuse di truffa e falso ai danni della pubblica amministrazione per la vicenda del viaggio in Umbria al congresso Udc rimborsato a spese pubbliche quand’era assessore regionale all’Ambiente, mentre è indagato con l’accusa di peculato aggravato nell’inchiesta sull’uso illegale dei fondi destinati ai gruppi politici regionali. Di recente ha presentato e poi ritirato una proposta di legge per ripristinare alcuni privilegi riservati ai gruppi regionali che una legge di gennaio aveva cancellato.

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative