La Nuova Sardegna

L’asta infinita per la Sbs: si riparte da 9,6 milioni

di Enrico Carta
L’asta infinita per la Sbs: si riparte da 9,6 milioni

Fissata la vendita per il 5 giugno: alla nuova gestione solo otto dipendenti su 28 Nel pacchetto anche stalle, depositi e uffici: ma da dieci anni nessuno si presenta

29 marzo 2015
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ARBOREA. Sbs, un anno dopo. Fallito il precedente tentativo di vendita dei terreni compresi tra i territori comunali di Arborea, Marrubiu e Terralba della Società Bonifiche Sarde, a giugno ci sarà un nuovo bando d’asta pubblica «per la cessione unitaria del ramo aziendale in liquidazione e contestuale concessione dei terreni agricoli dell’agenzia Laore Sardegna». Il liquidatore Antonello Melis, chiamato dalla Regione a cedere uno dei più preziosi gioielli di famiglia, ha fissato per le 11 del 5 giugno l’asta pubblica con procedura aperta e la speranza che stavolta qualcuno risponda presente portando con sé una busta piena di soldi, dopo svariati tentativi andati a vuoto di cedere oltre ai terreni agricoli anche il ramo aziendale zootecnico – i dettagli del bando sono consultabili sul sito internet della stessa Sbs all’indirizzo www.bonifichesarde.it –. Al miglior offerente andranno le stalle, i magazzini, gli impianti e gli uffici, ma a far gola sono soprattutto i preziosi terreni che si estendono su una superficie di oltre 572 ettari. Altri 429 ettari sono quelli ora possedimento dell’agenzia regionale Laore, che, a loro volta, finiranno nelle mani del miglior acquirente che per aggiudicarsi l’intero pacchetto dovrà partire da un’offerta di nove milioni e 676mila euro.

Ci saranno poi da fare i conti con i dipendenti della Sbs, perché il bando parla giustamente anche della forza lavoro: almeno otto di loro – sono ventotto in totale – dovranno passare alla nuova gestione, anche se la Sbs si farà carico degli oneri che li riguardano e che sono stati maturati sino al momento della cessione, ad eccezione delle ferie il cui costo verrà detratto dal prezzo della vendita.

Da questo momento inizia quindi il conto alla rovescia, con la presentazione delle offerte che è fissata per il 29 maggio e, oltre che una serie di documentazioni, dovrà anche contenere una cauzione di 193mila euro. A breve si saprà quindi se la storia infinita si sta avviando verso l’agognata conclusione.

La crisi della Sbs risale infatti alla fine degli anni ’90. Da allora è stato un alternarsi di vicende non tutte positive, sino all’idea della vendita perché la Regione non poteva più accollarsi le spese di gestione delle sue proprietà che non rendevano secondo il potenziale che viene loro accreditato. Fu durante la giunta Soru che, per la prima volta, si affacciò l’ipotesi di una vendita ai privati di una parte del patrimonio della Sbs che ha terreni e fabbricati sparsi un po’ in tutta l’isola e tutti alquanto pregiati. Evidentemente non troppo appetibili se il mondo imprenditoriale, sinora, si è tenuto alla larga da essi.

Tra i possibili acquirenti si era fatto il nome anche di Carlo De Benedetti che, nel luglio dell’anno scorso, aveva fatto una visita nella zona di Arborea accompagnato dal “re delle carni” Luigi Cremonini, socio nella holding Bonifiche Ferraresi proprio dell’editore del Gruppo Espresso, a cui fa capo anche La Nuova Sardegna.

Del resto, che quei terreni siano ideali per l’allevamento di bovini non è mai stato un mistero, tanto che, più volte, si era ipotizzato che potessero far gola alla Tre A.

Il colosso di Arborea, leader nel settore dei prodotti lattiero caseari però sinora non ha avanzato offerte. Chissà se qualcosa è cambiato.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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