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santo barreca ha ottenuto i benefici alternativi alla pena

Riabilitazione a Telti per il detenuto al 41 bis: è polemica

Riabilitazione a Telti per il detenuto al 41 bis: è polemica

TELTI. Esce dal carcere per usufruire dei benefici alternativi alla detenzione. Santo Barreca, 56 anni, detenuto nel carcere di Nuchis, va a svolgere servizio di volontariato in una comunità alloggio...

01 maggio 2015
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TELTI. Esce dal carcere per usufruire dei benefici alternativi alla detenzione. Santo Barreca, 56 anni, detenuto nel carcere di Nuchis, va a svolgere servizio di volontariato in una comunità alloggio per anziani di Telti, piccolo centro a pochi chilometri da Tempio. Esce al mattino, sale sul bus e allo stesso modo rientra la sera dopo avere concluso la sua giornata settimanale rendendosi utile alle persone bisognose di assistenza. Nulla di strano se si trattasse del percorso di reinserimento sociale riconosciuto a un detenuto con un passato di non grave rilievo. Ma la decisione è diventata un caso politico, sul quale il parlamentare di Unidos Mauro Pili ha presentato un’interpellanza al ministro della Giustizia, mentre tanti mugugnano nel paese dell’hinterland di Olbia che ospita la comunità alloggio. Perché Santo Barreca non è un detenuto comune. Calabrese di origine, 33 anni già trascorsi in carcere per crimini gravissimi di stampo mafioso, ritenuto affiliato all’omonima cosca di Reggio Calabria, è arrivato per scontare la pena in Sardegna in regime di 41 bis, detenuti di alta sicurezza.

Per queste ragioni Pili contesta le misure di media sicurezza riconosciute al detenuto con parere favorevole della procura della Repubblica di Reggio Calabria. Non solo. Il parlamentare sardo ribadisce la sua accusa all’amministrazione penitenziaria di avere «trasformato la Sardegna in una vera e propria Cayenna di Stato» trasferendo tra Nuchis e Massama circa 400 persone finite in cella (molti ex 41 bis) per reati commessi in contesto mafioso. Il caso di Barreca è l’occasione per sollecitare ancora una volta il ministro della Giustizia e chiedergli «se non ritenga di disporre il blocco immediato del trasferimento di 41 bis nelle carceri sarde, del tutto inadeguate sul piano sanitario e soprattutto sull’impatto sociale che potrebbe gravemente incidere su possibili fenomeni di infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto sociale ed economico della Sardegna».

L’amministrazione penitenzaria è di tutt’altro avviso. Nella sua lunga detenzione Barreca ha studiato, ha conseguito la licenzia di scuola media e il diploma superiore, ora è iscritto all’università. È stato sottoposto a tutti gli accertamenti e verifiche per confermare la sua conquistata distanza dai clan, è stato assegnato al lavoro esterno in carcere ma entro le mura. Insomma, è passato dal regime di 41 bis alla media pericolosità. Ora, dopo il percorso di “riflessione” e nuova coscienza, Barreca ha chiesto alla direzione dell’istituto di pena guidato da Carla Ciavarella, di «potere riscattare la propria coscienza» mettendosi a disposizione degli anziani. Un rapporto del resto già avviato e apprezzato, come hanno riferito i suoi stessi avvocati Aurelio e Steve Chizzoniti del foro reggino, nelle giornate degli scorsi Natale e Capodanno trascorsi nella casa per anziani. Barreca si è cimentato anche nella regia teatrale. Lo scorso settembre i detenuti della Casa di reclusione di Tempio Pausania si sono cimentati nello spettacolo “Il miracolo del Gospel”, traguardo di un percorso avviato nella primavera del 2014 con il gruppo musicale “The popular voices gospel and band” di Telti, «con l’obiettivo – hanno spiegato al Dap – di diffondere la cultura del canto corale e del gospel in particolare». (gpm)

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