Da Theatre en vol la storia del partigiano Gavino Cherchi
SASSARI. La compagnia Theatre en vol propone uno spettacolo che ripercorre la storia di Gavino Cherchi, partigiano combattente, ucciso assieme a Ines Bedeschi e Alceste Benoldi, alla vigilia della...
SASSARI. La compagnia Theatre en vol propone uno spettacolo che ripercorre la storia di Gavino Cherchi, partigiano combattente, ucciso assieme a Ines Bedeschi e Alceste Benoldi, alla vigilia della Liberazione. Lo spettaclo si intitola “Il vento porta richiami. Storia di Gavino e di altri dispersi” e va in scena oggi alle 21 nell’auditorium di via Monte Grappa.
Gavino Cherchi era emigrato da Ittireddu a Parma dove insegnava al Liceo Classico Romagnosi. A Parma aveva aderito, da subito, al movimento clandestino fino ad arrivare ad assumere i delicati ed importanti incarichi dirigenziali. Non si sa se fu per una delazione, se fu un amico a tradire Gavino che da tempo era ricercato dai nazifascisti. Fatto sta che Gavino, Ines e Alceste, arrestati in quei crudeli giorni di Marzo, vennero sottoposti, a lungo, a terribili torture. Nessuno di loro parlò, a nessuno di loro sfuggì un nome. I loro carnefici li trascinarono poi come ostaggi in una ritirata feroce e cruenta. Fu sulle rive del Po, tra i paesi di Sacca e Casalmaggiore, che vennero fucilati e i loro corpi gettati nelle acque del grande fiume. Era il 28 Marzo 1945. I loro corpi non sono mai stati ritrovati.
Le loro famiglie li hanno cercati a lungo, invano. Quella di Gavino ha lasciato traccia di questa dolorosa ricerca in una serie di lettere della madre e dei fratelli, che Gavina Cherchi, la nipote di Gavino, ha in parte portato alla luce. Emerge il dolore senza rimedio per una scomparsa carica di dubbi, incertezze e irragionevoli speranze. Senza il corpo, senza la tomba, il lutto e la sua elaborazione sono pressoché impossibili. Questo è il tormento comune delle famiglie degli scomparsi, dei dispersi. Questo è accaduto in tutte le guerre, nelle deportazioni, negli eccidi, nelle migrazioni disperate.
La storia di Gavino è dunque paradigmatica: accomuna la recente storia italiana con quella argentina, cilena, quella della Ex-Jugoslavia, del Medio Oriente, e di quella degli innumerevoli migranti dispersi in mare nel tentativo di giungere a una terra in cui sperano di trovare una vita più dignitosa. Questa storia lega dunque il passato al presente, poiché la memoria diviene viva conoscenza della storia del nostro paese, e presupposto per una vigile e responsabile costruzione del nostro futuro.
Il lavoro proposto sarà improntato su un linguaggio visivo, in cui la parola e la musica si uniscono all'azione scenica, arricchendosi di un impianto scenografico semplice ed efficace creato con materiali di recupero, sul quale si interverrà con materiale video, frutto di una accurata scelta di immagini coerenti e esemplificative.