Il ministro: «Io sono ottimista»
In diretta tv per il Sardinia Job Day, Giuliano Poletti esalta le riforme di Renzi
CAGLIARI. L’ottimismo è il profumo della vita, ma anche del Jobs Act e di Garanzia giovani. «Però se abbiamo sbagliato in qualcosa, correggeremo gli errori, ma per favore non andiamo dietro alle polemiche. Noi siamo il Governo del fare». Parole, musica, autocritica e autocelebrazione sono tutte del ministro al Lavoro Giuliano Poletti. Quel suo fare romagnolo è sempre accattivante anche se parla di quello che vorrebbe ma non c’è ancora, il lavoro appunto, e se lo comunica (l’immagine è traballante) da uno schermo piatto e non di persona. Doveva essere a Cagliari per il «Sardinia Job Day». l’incendio a Fiumicino l’ha obbligato a restare a Roma. Peccato, perché – dice – «sarei voluto essere lì per festeggiare insieme quello che è un avvenimento: l’incontro fra oltre un migliaio di ragazzi e trenta aziende pronte ad assumerne duecento». È questa l’effervescenza importante – testuale – che il ministro sostiene di percepire da una parte all’altra dell’Italia, anche se l’Istat dice altro e i numeri in rosso della Sardegna sono sempre spaventosi. Ma lui è ottimista: «Le buone pratiche sono cominciate. Ma se prima non ci sarà la ripresa, non avremo nuovi posti di lavoro. Dobbiamo attrezzarci per essere pronti a quella sfida immediata che io chiamo rilancio». In cui per la verità continua a credere poco la pattuglia di precari che lo aspettava fuori dalla sala conferenze per consegnarli una lettera zeppa di domande e molti dubbi. Il confronto non c’è stato, altrimenti chissà cosa sarebbe successo se i manifestanti avessero sentito questo passaggio del discorso ministeriale: «Il Governo ha seminato, ora è arrivato il momento della vanga e della zappa». Per lui la metafora ha un significato preciso: «Dobbiamo saper ricostruire in fretta la rete di contatti di cui abbiamo bisogno nel mercato del lavoro». Ma per chi su un cartellone ha scritto a caratteri cubitali «basta con le bugie», la lettura potrebbe essere molto più spiccia e umana: la disoccupazione in Sardegna sfiora il 20 per cento, un giovane su due vaga da un colloquio all’altro. Per Giuliano Poletti però è questa l’ora giusta in cui bisogna scrollarsi di dosso il pessimismo: «Abbiamo intrapreso la strada del cambiamento – dice – e non dobbiamo farci contagiare dall’egoismo e dalla paura. Siamo passati dalle parole ai fatti con lo Jobs Act, Garanzia giovani e le politiche attive per far rientrare chi è stato licenziato. Sono queste le riforme di cui avevamo bisogno, gli effetti arriveranno e noi saremo pronti». Per fortuna che era uno streaming, altrimenti qualche fischio in diretta sarebbe arrivato. Che comunque non avrebbe scomposto Poletti: lui di menagrami non vuole sentir parlare. (ua)