La Nuova Sardegna

Trovata la bara in fondo al mare

È il barcone del naufragio del 18 aprile: ci sono i corpi di 750 profughi

08 maggio 2015
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ROMA. Una bara blu lunga 21 metri, piena di morti. Il mini sommergibile della Marina militare l'ha localizzata nelle profondità del Canale di Sicilia. «Non ci sono più dubbi. È il barcone che cercavamo», dice uno di quelli che l'ha cercato. Il barcone del naufragio del 18 aprile: 750 migranti inghiottiti dal mare. È stata la procura di Catania, che indaga sul peggiore naufragio avvenuto nel Mediterraneo dal dopoguerra, a incaricare la Marina militare di localizzare il peschereccio affondato. La Forza armata ha mobilitato tre navi: la corvetta Sfinge e i cacciamine Gaeta e Vieste, che hanno lavorato nel massimo riserbo per alcuni giorni. Ieri, a circa 85 miglia a nord est delle coste libiche, il ritrovamento.

Il relitto. Il relitto - lungo 21 metri, largo e lungo otto metri - è adagiato di chiglia a 375 metri di profondità e, spiega la Marina, è «correlabile con il relitto del barcone inabissatosi il 18 aprile». Le sofisticate strumentazioni sonar di cui sono dotate le navi hanno prima segnalato l'«oggetto»; quindi è stato immerso il robot teleguidato «Pluto Gigas» che ha raggiunto il relitto, l'ha filmato e fotografato. Le immagini che dal fondo del mare sono rimbalzate sugli schermi del comando della Marina sono agghiaccianti: nei pressi del relitto si vede il corpo di un uomo e, all'interno dello scafo e anche nel ponte più basso, numerosi corpi. Verranno probabilmente fatti sopralluoghi ulteriori, tecnicamente è anche possibile - a quella profondità - far immergere i palombari-incursori del Gos, specialisti nella bonifica dalle mine e negli interventi a quote profonde, ma non è detto che sarà necessario. Allo stato sembra da escludere - salvo esigenze legate all'inchiesta - un'attività finalizzata al recupero del barcone, destinato dunque a rimanere un sacrario nel profondo del mare. Per la magistratura, comunque, il ritrovamento del relitto è un fatto importante perché le ulteriori ispezioni potranno fornire elementi sia sul numero effettivo delle vittime, sia sulle cause dell'affondamento. Finora si è parlato di un'errata manovra dello scafista che ha portato il barcone ad urtare tre volte contro il cargo intervenuto a soccorrere i migranti, il cui agitarsi in plancia avrebbe poi portato al ribaltamento del peschereccio. E i primi accertamenti sulla documentazione raccolta, spiega ancora la procura di Catania, indicano effettivamente «l'esistenza sul relitto di danni alla prua e sulla parte anteriore sinistra della fiancata, derivanti probabilmente dall'urto con il mercantile».

Il ministro. Il governo intanto continua a gestire l’emergenza dei nuovi arrivi e la distribuzione nelle regioni. Un’affermazione del ministro dell’Interno Alfano ha suscitato molte reazioni: «Fate lavorare gratis i richiedenti asilo», ha detto ai Comuni. Lo prevede una circolare ministeriale, datata 27 novembre 2014. «Invece di farli stare lì a non far nulla – ha spiegato Alfano – devono lavorare». Favorevole l’Anci per l’utilizzo come Lsu, no della Lega: «Alfano da scafista a schiavista», il commento del segretario Salvini.

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