La rabbia e il dolore invadono il web
Chiuso subito dopo il delitto il profilo Facebook della vittima ma i messaggi inondano la rete
NUORO. «Come orunese provo grande dolore e sgomento per l’assassinio del giovane Gianluca. Che Dio converta il cuore di chi uccide e conforti il cuore di chi piange». Il vescovo di Oristano, l’orunese monsignor Ignazio Sanna, affida alla sua pagina Facebook il dolore per la morte di un suo giovane concittadino. È solo uno dei tanti di messaggi di cordoglio che si susseguiranno sui social network nel corso della giornata. Il profilo Facebook di Gianluca Monni era stato chiuso ieri mattina appena due ore dopo il delitto, probabilmente su richiesta dei familiari, e così anche quello della sua giovane fidanzata. Un modo per tutelare il dolore delle persone colpite dal dramma di ieri che però non ha impedito a tanti orunesi di scrivere sul social network messaggi di cordoglio e di dura condanna dell’episodio. È in particolare la pagina Facebook dal titolo “Ammentos de Orune” (Ricordi di Orune) lo spazio web sul quale sono intervenuti molti concittadini della vittima. Tra loro anche alcuni insegnanti. Scrive Maria Antonietta: «Si potrebbero dire tante parole, un'enormità di parole di sgomento, di dolore, di rabbia, invece è solo silenzio, non una parola fuoriesce dalla mia bocca che vorrebbe urlare ma rimane muta, attonita, smarrita». E ancora: «Orune! Ma perché? Perché ancora? Non ho più parole per difenderti, non ho le forze per riprendere le eterne analisi, per alleviare le tue pene. Tante, troppe le violenze che hai visto e vedi ancora perpetrarsi nelle tue viscere. Ogni volta mi sono illusa che le tue acque “finalmente” si fossero calmate, che le forze della vita avessero prevalso sulla morte, ma , ahimè, anche stavolta mi devo ricredere».
Un messaggio arriva anche dall’Oratorio Don Meloni di Dorgali: «La morte tragica di Gianluca ci lascia tutti increduli, non si può interrompere una vita perchè non si ha il coraggio del dialogo. .. Il primo nostro pensiero è per lui, per l’interruzione del suo progetto di vita, poi per i suoi genitori, per lo sforzo che dovranno fare per sopravvivere a questo immenso dolore. Per i fratelli,per la sua ragazza. Per i parenti, e per tutto il paese di Orune,per tutti i compagni di scuola che sentiranno quell'immenso vuoto di quel compagno che non potrà sostenere con loro il primo traguardo, quel tanto atteso esame di Maturità».