La Nuova Sardegna

Orani, i veleni del Pd dietro l'astensione

Paolo Merlini
Il municipio di Orani
Il municipio di Orani

Niffoi, l'aspirante sindaco: "Una frangia del partito ha invitato a non votare". Il Comune resta nelle mani del commissario dopo il quorum mancato

03 giugno 2015
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ORANI. Separati alla meta, o i veleni della sinistra. Potrebbe intitolarsi così il racconto dei tormenti che da tempo agitano la sinistra oranese, in particolare la sua maggior componente, il partito democratico. Tormenti che nascono da lotte di potere o semplici antipatie personali, talvolta mascherate con l’osservanza alle correnti nazionali del partito: cuperliani che odiano renziani che odiano civatiani, e via di seguito in una catena di rancori e ostracismi che sinora hanno prodotto soltanto il vuoto politico.

L’ultimo atto è il mancato raggiungimento del quorum, per poco più di duecento voti, alle elezioni amministrative di domenica (ha votato solo il 44 per cento). Il risultato è che la giunta regionale non dovrà neppure prendersi la briga di nominare un commissario per guidare il Comune, perché l’aveva già fatto appena cinque mesi fa, quando il sindaco Pd Franco Pinna era stato costretto alle dimissioni. Da chi? Da alcuni consiglieri del Pd, chiaro.

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Impallinato. Domenica invece è toccato a Franco Niffoi, architetto alla prima esperienza amministrativa, professionista molto noto a Nuoro. Di area Pd, guidava la lista civica Unatteraorane (un’altra Orani), l’unica in gara. Ma chi l’ha fatto fuori, aggiungendo al calo fisiologico dei votanti l’invito a non recarsi alle urne, arriva dal Pd. Dalla stessa parte che non era riuscita a mettersi d’accordo per proporre una lista alternativa, o unirsi a Unatteraorane per costituire uno schieramento in cui le varie anime (del Pd, s’intende) trovassero voce. Viene da chiedersi: ma Orani c’è solo il Pd? Sì, a quanto pare.

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La fondazione. Quanto sopra è detto in estrema sintesi, perché dietro ogni veto ci sono anche malumori e aspettative su incarichi politici e professionali, seggiole e poltrone in consigli d’amministrazione, insomma quel modo di approcciarsi alla politica che ha reso l’Italia famosa nel mondo. Sullo sfondo dei contrasti, con un ruolo che non è marginale, c’è anche Costantino Nivola, povero lui, il celebre artista oranese che ebbe fortuna negli Stati Uniti. O meglio la fondazione a lui intitolata.

Molti contrasti nascerebbero dalla sua gestione. Con una polemica fresca fresca innescata da un’email di giubilo della presidente della fondazione Giuliana Altea quando ha appreso che il Comune sarebbe rimasto nelle mani del commissario. Un’email indirizzata a una decina di interlocutori, ma diventata pubblica, che rischia diventare il capro espiatorio di una situazione ben più complessa.

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La spaccatura. Ma torniamo al voto mancato di domenica, attraverso le parole di Franco Niffoi, unico candidato sindaco. «L’astensione è la conseguenza diretta della spaccatura del Pd, che ha comportato la mancata presentazione di una seconda lista. All’inizio se ne ventilava anche una terza. Noi avevamo deciso da tempo di presentarci, la mia candidatura era già ufficiale. Anche io sono di area Pd, notoriamente».

Quante anime ci sono nel partito democratico a Orani? «Più che anime, ci sono due maniere di intendere il partito. Mi è stato chiesto di guidare una lista di persone giovani, non coinvolte soprattutto nella precedente esperienza amministrativa che ha portato al commissariamento. La frattura nasce con le dimissioni del sindaco Pinna, del Pd anche lui, seguita alla fuoriuscita dalla maggioranza di tre consiglieri del suo stesso partito. Da notare – continua Niffoi – che anche all’opposizione c’erano due esponenti del Pd. Dopo la mancata presentazione delle liste, è arrivato l’invito ad astenersi, in spregio ai 1100 oranesi che sono andati a votare. È una situazione grave, che non migliorerà certo quando si tornerà alle urne». Lei si ripresenterà? «Vuole scherzare?».

 

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