La Nuova Sardegna

La visione di Jeremy Rifkin: «Dal possesso all’accesso»

di Daniela Paba
La visione di Jeremy Rifkin: «Dal possesso all’accesso»

A Cagliari la lezione-monologo dell’economista consulente dei grandi della Terra «Cominciamo il domani qui, dalla Sardegna nel Paese più creativo del mondo»

07 giugno 2015
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CAGLIARI. “Il Vento che aspettiamo” ci porterà oltre i mercati, oltre il capitalismo, su una piattaforma di beni e servizi dove si condividono Informazione, Energie rinnovabili, Trasporti. Il semplice consumatore sarà sostituito dal più green e responsabile “Prosumer”, che sta a metà tra produttore e consumatore; l'umanità tutta sarà un'immensa Commons collaborativa. Lo dice Jeremy Rifting, economista di fama mondiale, consulente di Barak Obama, Angela Merkel, del cinese Li Keqiang, dal palco di “Leggendo metropolitano”, allestito in Piazza Palazzo, nel quartiere Castello, blindato come fosse il G8 di Genova.

Davanti a una platea attenta, Jeremy Rifkin, ha annunciato la fine della seconda Rivoluzione industriale «che ha scavato la fossa alle generazioni successive, provocando cambiamenti climatici intollerabili per il pianeta»; ha declinato il futuro prossimo in una lezione magistrale, pronunciata come un monologo, con pacata convinzione. Tra 25 anni saremo tutti collegati al Web con uno smartphone, i trasporti saranno gestiti da veicoli spostati con gps e guidati da automi. Una piattaforma permetterà di mettere insieme l'Idc,“Internet delle cose”, passando «dal possesso all'accesso», in un unico spazio economico integrato. La data è il 2040 quando la Rete tra individui, magazzini, aziende sarà ubiqua. «L'umanità – ha detto Rifkin– ha creato un cervello per una rete esterna in cui può comunicare e interagire come una famiglia diversificata ma unica». L'unico dubbio riguarda la politica e la riservatezza con cui le aziende trattano i dati e il pericolo di crimini informatici. Rifkin ha preconizzato un'Italia smart, digitale in un mondo verde ed ecologico, in cui ciascuno produce e consuma senza intermediari, garantendo un'economia più democratica, dove degli algoritmi permetteranno di migliorare produttività e ottimizzare consumi a costo marginale “quasi zero”. «Il capitalismo – ha detto Rifkin – è in difficoltà: ha partorito il mercato di scambio, la condivisione di auto, di case e tutto il sistema verrà modificato. Resisterà ancora ma non sarà l'unico attore sulla scena, perché la rivoluzione tecnologica permette di ridurre i costi e fornire beni gratuiti e condivisi fuori mercato. Colossi musicali sono ridotti a poco da sistemi di condivisione come Napster, ugualmente succederà alla Tv, ai giornali, ai libri. La conoscenza è cambiata e nuove aziende sono nate per aggregare nuovi saperi: è Thing Internet. “Power to the people”, che cantavamo negli anni Settanta, sta diventando vero adesso» dice Jeremy Rifkin che definisce questo un nuovo Rinascimento: «La General Motors ha fatto uno studio sulle città medie per eliminare l'80% dei veicoli privati e gestire il restante 20% in car sharing. Se si elimina un miliardo di veicoli si riduce l'inquinamento».

I soldi? Ci sono già, basta smettere di finanziare infrastrutture della seconda rivoluzione industriale come facciamo ora ed entrare nella nuova Era investendo in infrastrutture di rete come si fa in Germania, Danimarca, Cina. «Insieme – ha concluso Rifkin - comunità degli affari, società civile, Ong compongono un circolo virtuoso che vorrei iniziasse da qui, dalla Sardegna, dall'energia del sole e del vento. Dobbiamo chiamare le prossime generazioni e svegliarle, questo è il paese più creativo del mondo, perché non iniziare qui il Domani? Possiamo voltare la pagina di questa economia, conservare la vita per noi, per i nostri figli, per quelli che vivono nel pianeta».

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