La Nuova Sardegna

“Caravaggio e i caravaggeschi”: Sgarbi inaugura la mostra a Sassari

di Paolo Curreli
La mostra «Caravaggio e i caravaggeschi» a Sassari
La mostra «Caravaggio e i caravaggeschi» a Sassari

A Palazzo Ducale la “Medusa”, altri 29 quadri importanti e una scoperta. Una scommessa per il sindaco Sanna: «I turisti verranno a vederla»

26 giugno 2015
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SASSARI. Eccola la testa di Medusa di Caravaggio, con la sua corona di serpi così vive e saettanti. Uno sguardo difficile da evitare, perfino richiuso all’interno della teca climatizzata. È l’autoritratto di un giovane artista alla sua prima importante commissione. Riuscirà questo sguardo intenso e il suo urlo di terrore a far abbandonare per una sera la spiaggia o il dopocena in riva al mare ai turisti che arrivano nell’isola?

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«Una scommessa che si può vincere, la dimostrazione della capacità della città di creare eventi culturali di livello internazionale» dichiarano decisi il sindaco Nicola Sanna e l’assessora alla cultura Monica Spanedda che hanno presentato giovedì 25 l’anteprima della mostra “Caravaggio e i caraveggeschi” curata da Vittorio Sgarbi, che apre venerdì 26 nella sala Duce di Palazzo Ducale, dalle 10 alle 21.

Entusiasmo condiviso dall’assessore regionale Francesco Morandi: «La cultura è un potente attrattore del turismo, è quello che il mondo emergente desidera. Sassari è, anche inconsapevolmente, una città turistica e questa mostra lo confermerà». E ora questa scommessa dell’associazione “Sassari Rinascimento”– che si accolla il rischio di impresa con la vendita dei biglietti – è al via.

Una prova del fascino che queste opere emanano lo si è potuto constatare dall’improvvisata lezione tenuta da Vittorio Sgarbi nel cortile di Palazzo Ducale. In ritardo «per il pilota più c... che abbia mai incontrato», Sgarbi ha raccontato le 29 opere che ruotano, come esposizione ma anche come ispirazione degli autori, intorno a Caravaggio.

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E ogni quadro ha una storia, d’arte ovviamente, ma anche storia degli uomini che le hanno possedute, vendute e comprate. La vicenda del giovane artista lombardo che si mette alla prova nella Gorgone della Rotella Murtola: «Si percepisce il lavoro per cogliere l’attimo, perché per Caravaggio la realtà è l’attimo decisivo, proprio come nella fotografia».

Cè “il Sacrificio di Isacco” di Assereto, «appartenne al giudice Sossi che fu rapito dalle Brigate Rosse» svela il critico. Grandissimi quadri, che raccontano l’onda lunga del caravaggismo «una febbre che attraversa le menti e i corpi dei pittori dalla fine del Cinquecento e gli anni quaranta del Seicento» sottolinea Vittorio Sgarbi.

Nelle pareti della sala Duce – che diventa da sala di esposizioni, un vero e proprio museo – il lavoro di pittori del livello di Battistello Caracciolo con una straordinaria “Santa Caterina”, Jusepe de Ribera lo Spagnoletto il cui “San Pietro penitente” vale da solo il biglietto. Una pittura per cui la visione dal vivo è un’esperienza irrinunciabile.

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Ancora di più per il tesoro sassarese il “Martirio di San Gavino” di Mattia Preti. «Una scoperta straordinaria – per Sgarbi – un’opera di cui sappiamo veramente poco. Una commissione sarda visto il tema. Un’opera che andrebbe restaurata, di grandissimo valore».

Il quadro è stato spostato, nella sua lunga vita, solo due volte dalla chiesa della Monache Cappuccine dove era esposto a tre metri di altezza. «L’opera è in buone condizioni, un restauro ci permetterebbe di leggerlo meglio» aggiunge il restauratore Gianfranco Mingardi. La mostra sarà aperta fino al 30 di ottobre.

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