La Nuova Sardegna

I politici: no a posizioni dominanti

Critici esponenti del Pd come Lai, Bianchi (M5S) e l’ex deputato Attili (Ulivo-Sel)

07 luglio 2015
2 MINUTI DI LETTURA





Amarezza, rabbia, allarme: non sono favorevoli le prime reazioni sui nuovi assetti nella plancia di comando della Tirrenia. «Che un imprenditore come Onorato cerchi di fare i propri interessi non stupisce, meraviglia invece che i consiglieri regionali e i parlamentari dell’isola non facciano quelli dei sardi – accusa l’ex deputato dell’Ulivo poi passato a Sel Antonio Attili – Manca sempre una proposta seria sui trasporti marittimi: una legge quadro che riassegni in maniera diretta alla Regione i 62 milioni che oggi vanno alla Tirrenia come contributi pubblici». «A suo tempo avevo contribuito a elaborare un testo in questo senso che poi era stato presentato alle Camere da Parisi, Calvisi e altri, ma da allora nessun altro se ne è più fatto carico», conclude il padre della prima continuità territoriale. Durissimo il commento del deputato di M5S Nicola Bianchi: «Come movimento siamo molto critici: in questo modo si creerà un monopolio che danneggerà i sardi e i turisti. Già in passato sul caro-traghetti era stato necessario l’intervento dell’Antitrust. Ora siamo intenzionati a inviare una lettera a questa stessa Authority per chiedere come sia possibile che si crei una posizione dominante sul mercato». «Fatti come questi dimostrano che chi detiene le leve del potere politico in realtà sta a guardare, non interviene con fermezza», conclude Bianchi. Una raccomandazione arriva dal senatore dem Silvio Lai: «Il governo stia a fianco della Regione sulla vicenda Cin: si verifichino il rispetto della concorrenza e il piano d'impresa della nuova proprietà sostenuta da UniCredit». L'acquisto della quota di maggioranza da parte della Moby, secondo l’esponente del Pd, richiede «le opportune verifiche da parte della autorità della concorrenza a tutela della Sardegna». Per Lai, infatti, dal monopolio l’isola potrebbe essere danneggiata: «Sia nei diritti dei singoli cittadini sia per l'accesso dei turisti in un settore già gravemente leso nel primo anno di passaggio della TIrrenia dalla mano pubblica a quella privata». In questa stessa direzione le istituzioni regionali e nazionali, a detta del senatore, devono inoltre valutare «i piani dello sviluppo d'impresa del nuovo proprietario. «Perché – spiega – non vadano perduti i primi risultati ottenuti dalla Regione: ad esempio con lo spostamento della sede aziendale, le nuove assunzioni di personale sardo e le più competitive tariffe per l'estate». (pgp)

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative