La Nuova Sardegna

Guerra ai roghi con le armi spuntate

di Serena Lullia
Guerra ai roghi con le armi spuntate

A Olbia la denuncia delle forze in campo: i mezzi sono pochi e vecchi. Le previsioni: sarà un stagione molto “calda”

08 luglio 2015
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OLBIA. Sinergia e professionalità per compensare la carenza di organico e il passo lento di mezzi appesantiti dagli anni. Vigili del fuoco, corpo forestale e protezione civile uniscono le forze in vista della calda estate. Da oggi il terzo Canadair prenderà casa all’aeroporto Costa Smeralda. Le previsioni parlano di un numero di interventi superiore rispetto al 2014. Complici anche le alte temperature. La Sardegna affila le armi della guerra ai roghi. I vertici delle forze antincendio analizzano i punti critici della lotta alle fiamme nelle riunione di coordinamento in città. Organico ridotto nelle sedi stagionali, mezzi di intervento datati, carenza di idranti per il rifornimento dei mezzi a terra, pulizia delle strade in ritardo. 600mila gli euro stanziati dalla Regione per i vigili del fuoco. Gli stessi del 2014. «Le risorse le abbiamo sempre valutate insufficienti per coprire adeguatamente l’intero periodo nel quale sarebbe invece necessario il rinforzo del personale – commenta Silvio Saffioti, direttore regionale vigili del fuoco –. La vetustà dei mezzi è un problema di sempre e di livello nazionale». Sulla stessa linea il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Sassari, Angelo Porcu. «La nostra provincia, come le altre sarde, ha una situazione di organico difficile che speriamo migliori – afferma –. Abbiamo inoltre una dotazione di mezzi con una età media di dieci anni che mal si coniuga con le emergenze estive. Scontiamo le criticità nazionali nell’acquisto di mezzi nuovi. Lavoriamo per attivare delle sinergie istituzionali che possano migliorare la situazione».

I Canadair non bastano mai. Arriva dal cielo la salvezza dalle fiamme. Il terzo Canadair di base al Costa Smeralda arriverà oggi. «Ma non possiamo pretendere come Sardegna di avere tutte le forze aeree schierate al livello nazionale – commenta Gavino Diana, direttore generale del corpo forestale regionale – . I Canadair sono limitati. Certo la flotta a disposizione non è mai sufficiente. Dobbiamo fare di necessità virtù e usare al meglio le risorse che abbiamo, sia in cielo che a terra. L’incontro al Costa Smeralda è servito per perfezionare la sinergia degli interventi».

Un guasto ogni tre ore. Ma i Canadair non sono aerei invincibili. Anche i giganti trenta metri per trenta, con 7500 litri di acqua nella pancia, hanno dei limiti. Nati concettualmente negli anni Settanta, hanno motori degli anni Ottanta e riportano un guasto mediamente ogni tre ore, risolto solitamente in due ore. Nei casi più complessi servono anche due giorni. «Possiamo svolgere attività dall’alba al tramonto – spiega Fabrizio Majerna, comandante di Canadair –. Dopo il tramonto, anche se il fuoco è ancora attivo, per regole ministeriali dobbiamo andare via. Esistono poi limiti orari per l’equipaggio. Sei ore al giorno, 24 ore nei sette giorni. E nel caso in cui le turbolenze facciano raggiungere i limiti strutturali all’aereo dobbiamo lasciare».

Interventi in crescita. I giganti del cielo con la pancia liquida sono gestiti dalla società Inaer. 19 aerei di cui 15 operativi. Il gruppo vola nei cieli italiani grazie a un contratto con i vigili del fuoco che sarà valido fino al febbraio del 2018. Roberto De Pompeis, direttore generale della divisione ala fissa Inaer fa il punto sulla stagione. «Si prospetta un’estate calda sul fronte degli incendi – afferma –. Ipotizziamo un dieci per cento in più di interventi rispetto allo scorso anno in cui le ore di volo erano state 4mila 300. 8mila 800 nel 2012».

Non decolla invece l’elicottero per il trasporto del personale sul rogo con una benna da 4mila litri. Il bando della protezione civile è andato deserto. Si ritenta il prossimo anno.

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