La Nuova Sardegna

Brotzu, il day hospital nel mirino

Brotzu, il day hospital nel mirino

L’associazione dei trapiantati di fegato denuncia carenze e rischi per la salute

10 luglio 2015
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CAGLIARI. Biopsie, aggiornamenti delle terapie, le visite, i prelievi del sangue, la stesura dei piani terapeutici: per i 300 trapiantati di fegato della Sardegna sono un calvario. Soprattutto se non vivono nell'area di Cagliari ma, come è nella realtà, sono galluresi, del Logudoro, dell'Ogliastra, di un paesino del Nuorese, del Goceano o della Planargia. Tutti devono far capo all'ottimo Centro trapianti del Brotzu dove sono stati operati con successo ma dove, il day hospitay, al contrario, si dibatte in «gravi problemi». Ecco perché all'unanimità, nell'assemblea della neonata delegazione nuorese dell'Associazione italiana trapiantati di fegato Prometeo, i pazienti della Sardegna hanno deciso di chiedere «un incontro urgente con la direzione sanitaria dell'ospedale Brotzu».

Per i trapiantati di fegato di Prometeo, la fotografia della situazione è questa: da sette mesi il day hospital è stato spostato (per lavori) all'ala opposta del Centro trapianti di fegato, il collegamento tra i reparti non è più ottimale, i pazienti «sono così costretti a sostare anche per ore in anditi e sala di attesa gremiti di persone potenzialmente portatrici di ogni tipo di virus e questo rappresenta un grave rischio per i trapiantati immunosoppressi». Questo succede perché il day hospital è seguito da un solo medico che pure non si risparmia, «lavora anche il sabato e la domenica», e ha una sola infermiera. Non solo: «A tutto ciò si è aggiunto il licenziamento dell'unica segretaria che collaborava part time, portando il personale ad un aggravio di lavoro necessario per seguire le telefonate e il fotocopiatore, oltre tutti i dati dei pazienti sottoposti a prelievo del sangue che vengono inseriti al computer. «Le attese cui siamo costretti - spiegano i trapiantati - portano automaticamente ad un grave ritardo nell’assunzione delle terapie immunosoppressive, le quali devono essere seguite in modo tassativo ogni giorno alla stessa ora per non correre seri rischi». L’elenco dei disagi continua, ma c’è anche qualcosa di peggio: esiste una nuova terapia per eradicare la temibile epatite c, i trapiantati di fegato che hanno avuto la recidiva di questo virus dovrebbero essere trattati subito, i protocolli necessari per diffondere la terapia sono stati firmati, ma a tutt'oggi non viene somministrata. Perché? I pazienti di Prometeo lo chiedono alla Regione, alle Asl, al Brotzu. (a.s.)

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