La Nuova Sardegna

Ucciso con una fucilata alla schiena

di Luciano Onnis
Ucciso con una fucilata alla schiena

Il muratore Sisinnio Pittau forse è stato colpito da qualche cacciatore di frodo. Nella notte un uomo sotto torchio in caserma

15 agosto 2015
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VILLACIDRO. Ammazzato con una fucilata a pallettoni alle spalle, presumibilmente da un cacciatore di frodo che potrebbe aver scambiato le frasche che si muovevano come il segnale della presenza nel macchione di un cinghiale o un cervo. Invece lì dietro c’era Sisinnio Pittau, 51 anni, muratore di Villacidro, anche lui cacciatore, un gran conoscitore della zona, un’impervio costone a ridosso della diga del Leni. I carabinieri della Compagnia di Villacidro e i colleghi del reparto operativo del comando provinciale di Cagliari, diretti rispettivamente dai capitani Valerio Cadeddu e Giuseppe Graziani, coordinati dal sostituto procuratore Alessandro Pili che ha presenziato a tutti i rilievi di legge, hanno dato un indirizzo preciso alle indagini. E di notte il caso sembra già vicino a una svolta. Sotto torchio un uomo, su di lui si concentra l’attenzione dei militari, e forse il caso potrebbe da subito arrivare a una svolta. I carabinieri hanno interrogato a lungo l’uomo. Per ora non sono stati presi provvedimenti nei suoi confronti e l’attività dei militari non si limita a questo interrogatorio.

Si esaminano i dati raccolti sul luogo dell’omicidio. Di certo il muratore, che era sposato e aveva due figli, non aveva armi con sé durante la sua escursione. O almeno non ne sono state ritrovate. Ma neppure sono stati trovati i bossoli delle cartucce sparate dal fucile dell’assassino. Se li deve essere portati via colui che si è reso conto di aver sparato a un uomo e di averlo ucciso. Nella caserma di via Nazionale c’è stato un via vai di persone convocate o portate lì con le auto di servizio, tutti della cerchia di cacciatori amici di Pittau o che comunque avevano il loro luogo di caccia preferito nei costoni sopra la diga del Leni, nel tratto montano di Rio Murtas. Gli investigatori dell’arma hanno sequestrato i loro fucili, prelevati a domicilio e portati in caserma. La sensazione è che una svolta potrebbe arrivare da un momento all’altro. Ad avvisare i carabinieri del ritrovamento del corpo senza vita di Sisinnio Pittau, è stato alle 10 il figlio maggiore Antonio che era andato a cercarlo di buon mattino dopo il mancato ritorno a casa, ieri notte, del padre.

Sapeva che di pomeriggio era andato, come spesso gli capitava, a fare una camminata negli impervi costoni di Rio Murtas, dove solo cinghiali, cervi e cacciatori si trovano a loro agio. Il ragazzo ha trovato la Peugeot 208 parcheggiata lungo la stradina che porta al sentiero di salita verso l’alto del monte e si è avviato fra sterpi e rovi. Percorsi 400 metri, in una piccola radura, ha dato un’occhiata ai macchioni tutt’attorno e così ha fatto la tragica scoperta del cadavere del padre. È dovuto tornare indietro fino alla diga del Leni per avvisare i familiari e dare l’allarme ai carabinieri. Arrivare al punto dove Sisinnio Pittau era stato ucciso, non è stato agevole. Davvero problematico recuperare il cadavere e portarlo a braccia fino alla stradina ai piedi del costone di Rio Murtas. Solo intorno alle 17 gli esperti del Saf (Speleo alpino fluviale) dei vigili del fuoco giunti da Cagliari hanno imbragato il corpo e lo hanno portato fin dove si trovavano le auto, ai piedi dell’altura. Il cadavere è stato portato all’istituto di Medicina legale per l’autopsia che sarà eseguita da Roberto Demontis.

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