La Nuova Sardegna

Dal fumetto al cinema L’arte di Milo Manara

Dal fumetto al cinema L’arte di Milo Manara

Il grande disegnatore e illustratore compie settanta anni Dalle “pin up” di “Playman” all’incontro con Pratt e Fellini

14 settembre 2015
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ROMA. «Disegno per raccontare storie, disegno per professione, disegno per gioco, disegno per passione: insomma praticamente disegno perché appartengo al genere umano e non ne posso fare a meno». Ecco come Maurilio (il suo vero nome) Milo Manara, che sabato ha compiuto 70 anni, di cui ben oltre 40 di carriera, descrive la vocazione che l'ha portato a diventare uno dei protagonisti mondiali del fumetto contemporaneo. Ma c'è un'altra sua frase che descrive in modo perfetto il suo ruolo di maestro assoluto dell'erotismo, quell'universo di creature femminili dal fascino irresistibile e trasgressivo con cui parte del pubblico lo identifica: «il camionista non si attacca sul camion un quadro di Rauschenberg o di Jasper Jones, ma una bella pin up. Devo alle mie pin up il fatto di poter ancora divertire, di essere vicino alla gente: militari, camionisti, carcerati». Sicuramente a queste «pin up» deve il suo successo internazionale, a cominciare dalla Claudia Cristiani de «Il gioco», serie nata su Playman negli anni '80 diventato un classico del genere e anche un film, «Le Declic» di Jean Louis Richard con Florence Guerin nel ruolo della protagonista, per passare a Miele, ispirata a Kim Basinger, che esordì nel 1986 nella storia «Il profumo dell'invisibile» o Salomé.

L'erotismo più disinibito è indiscutibilmente il tratto distintivo del suo lavoro che in realtà copre un ampio spettro narrativo, dal fumetto più popolare alle storie di Jolanda ispirata a Salgari (una serie sexy di grande successo), dalla storia di Francia a fumetti a quella d'Italia di Enzo Biagi ai processi a protagonisti della storia come Nerone, Robespierre, Attila, Alfred Nobel, dalla Rivoluzione Francese a quelle ispirate alla cronaca, gli omaggi a Paolo Veronese, Picasso, Borges.

Impossibile non citare la collaborazione con il suo venerato maestro Hugo Pratt con cui ha firmato il capolavoro «Tutto ricominciò con un'estate indiana» e qualche anno dopo «El Gaucho». Hugo Pratt ha un ruolo anche nella creazione del primo personaggio originale di grande successo di Manara, Giuseppe Bergman. Pratt è addirittura uno dei personaggi della storia il cui protagonista è un mix tra l'autore e Alain Delon. Al 1987 risale invece la collaborazione con Federico Fellini: da un testo del regista nasce «Viaggio a Tulum», poi i due daranno vita un vecchio progetto di Fellini «Il viaggio di G.Mastorna detto Fernet». Di Manara sono i manifesti de «Intervista» e «La voce della luna». La sua ricchissima avventura professionale comprende altri incontri con registi come Pedro Almodovar e, più di recente, Alejandro Jodorowsky. Negli anni più recenti si è dedicato al progetto «Il pittore e la modella», un viaggio nella storia dell'arte vissuta attraverso il rapporto dei maestri del colore con le loro modelle.

Manara appartiene al novero dei grandi autori che hanno trasformato il fumetto, ampliandone i confini e i contenuti avvicinandolo al romanzo e al cinema e imponendolo definitivamente come un'espressione artistica tout court.

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