La Nuova Sardegna

Inquinamento

Controlli nel santuario dei cetacei

Controlli nel santuario dei cetacei

Al lavoro l’équipe universitaria che seguì il recupero della Concordia

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CAGLIARI. Grazie a un’apparecchiatura in grado di rilevare e trasmettere in tempo reale i dati sull’inquinamento del Mediterraneo installata su un traghetto della Corsica Ferries, un’équipe dell’università di Cagliari controlla lo stato di salute del santuario dei cetacei. Il gruppo di lavoro è guidato dal professor Marco Schintu, docente di Igiene del dipartimento di Sanità pubblica dell’ateneo e responsabile scientifico del progetto di collaborazione transfrontaliera Italia-Francia Sicomar (Sistemi di Controllo Marino). Saranno tenute sotto controllo, in particolare, le rotte Golfo Aranci-Livorno in primavera-estate e Tolone-Ajaccio nel resto dell’anno.

In questo modo sarà controllato anche il «santuario dei cetacei», il tratto di mare tra Sardegna, Toscana, Liguria, Principato di Monaco e Francia, una delle zone più ricche di vita del Mediterraneo. L’apparecchiatura, denominata «ferrybox», è stata realizzata in collaborazione con la 4HJena Engineering GmbH sulla base del successo della sperimentazione eseguita in occasione del trasferimento del relitto Concordia dall’isola del Giglio a Genova, quando l’équipe del professor Schintu venne incaricata di tenere sotto controllo l’eventuale inquinamento e gli sversamenti in mare nel Tirreno lungo tutto il tragitto della nave.

Ora una nuova sfida per i ricercatori dell’Università di Cagliari: monitorare per i prossimi cinque anni l’acqua lungo le rotte del Mediterraneo percorse dal traghetto della Corsica Ferries.

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