La Nuova Sardegna

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Nuovi spazi per la carne ovina in Cina e Medio Oriente

CAGLIARI. Crescono le opportunità per l’export di carne ovina dalla Sardegna, che ha circa 3 milioni di capi (due pecore per ogni abitante), verso i Paesi emergenti e in via di sviluppo, dove si...

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CAGLIARI. Crescono le opportunità per l’export di carne ovina dalla Sardegna, che ha circa 3 milioni di capi (due pecore per ogni abitante), verso i Paesi emergenti e in via di sviluppo, dove si stima che la domanda di carni aumenterà del 65% entro il 2050. L’isola guarda soprattutto alla Cina e al Medio Oriente, in particolare al mercato musulmano. «I maggiori esportatori mondiali di carne ovina sono l’Australia e, soprattutto, la Nuova Zelanda: rappresentano l’95% delle esportazioni, », ricorda Paolo Oppia, tecnico dell’Ara Sardegna (Associazione regionale allevatori) che assieme al collega Antonio Natale ha appena concluso uno studio sulle prospettive per il mercato di carne ovina di qualità». In Italia - evidenzia il direttore dell’Aras Marino Contu - il consumo pro capite è di 1,2 chili di carne ovina, mentre la produzione si ferma a 800 grammi». Secondo lo studio, anche il mercato interno promette bene «nonostante sia instabili e negli anni si sia registrata una costante riduzione del consumo di carni ovine», spiega il presidente dell’Aras, Sandro Lasi.

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