La Nuova Sardegna

Pili: «Sì al referendum per l’indipendenza»

di Francesco G. Pinna

Il deputato di Unidos annuncia ad Abbasanta una proposta di legge «Via da uno Stato che porta scorie, basi militari e deporta gli insegnanti»

27 settembre 2015
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ABBASANTA. Un referendum per dare ai sardi la possibilità di scegliere l'indipendenza e togliersi di dosso il peso della dominazione italiana. Le quotidiane denunce su Facebook non fanno neanche il solletico allo Stato italiano? Mauro Pili, deputato di Unidos, non si arrende e prova a rompere il muro di gomma che lo Stato centrale oppone alle richieste e alle proteste della Sardegna con una proposta di legge per un referendum popolare che consenta ai sardi di esercitare il proprio diritto alla autodeterminazione dicendo si o no alla indipendenza della Sardegna.

L'annuncio della iniziativa ieri pomeriggio davanti al Nuraghe Losa di Abbasanta. «La proposta di legge è stata già depositata qualche giorno fa» ha spiegato in diretta streaming e davanti a un centinaio di fedelissimi arrivati da ogni angolo della Sardegna. Per non destare facili illusioni Pili però ha messo subito le mani avanti. Per fare il suo cammino la proposta di legge deve infatti superare uno scoglio molto pericoloso, rappresentato secondo Pili dalla presidente della Camera Laura Boldrini. «Senza il suo via libera, la proposta di legge non arriverà mai in aula», ha spiegato lanciando una vera e propria sfida alla presidente della Camera: «Se blocca la proposta di legge sul referendum è già pronta una denuncia per omissione di atti d'ufficio». E in ogni caso, secondo Pili, sarebbe comunque un successo, perché è la prima volta che lo Stato, a 68 anni dalla approvazione della Costituzione, viene messo di fronte a un atto concreto e definito per l'autodeterminazione del popolo sardo. «Perchè l'autodeterminazione e l'indipendenza per la Sardegna e per i sardi sono l'unica via d'uscita dalla condizione di sottomissione in cui viene tenuta da uno Stato che nega all'isola i diritti fondamentali e la considera solo come terra di occupazione dove scaricare industrie inquinanti, basi militari, scorie nucleari, mafiosi e tutto quello che il resto dell'Italia non vuole», ha detto Pili. «Di fronte a uno Stato che usa Equitalia e le banche per prendere le loro case e le loro terre, che usa indisturbato le ruspe sui Giganti di Mont'e Prama e deporta i docenti sardi – ha concluso –, un popolo libero e coraggioso, che non vuole continuare a subire,deve reagire».

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