La Nuova Sardegna

Oggi Sgarbi e Sciberras per un tesoro ritrovato

Sassari, convegno sul dipinto il “Martirio di San Gavino”

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SASSARI. Secondo Sgarbi non c'è pittore che abbia «più di Mattia Preti un senso teatrale della pittura e di ciò che la pittura rappresenta», è oggi sarà il dipinto il “Martirio di San Gavino” del calabrese Mattia Preti, protagonista di un convegno al Teatro Civico alle 18,30. L’incontro avrà due protagonisti d'eccezione: lo storico e critico d'arte Vittorio Sgarbi ed il massimo studioso di Mattia Preti, Keith Sciberras. Una occasione importante e probabilmente irripetibile per apporre la lente d'ingrandimento e conoscere più da vicino un’opera per lungo tempo rimasta all’oscuro nascosta nel convento delle monache cappuccine a Sassari, un tesoro cittadino praticamente sconosciuto al pubblico.

Il dipinto è uno dei capolavori all’interno della mostra “Caravaggio e i caraveggeschi” nella sala Duce di Palazzo Ducale visitabile fino al 30 ottobre curata da Vittorio Sgarbi, che è stato presente all’inaugurazione il 6 giugno scorso. La mostra espone opere provenienti da prestigiose collezioni private italiane ed estere ma è anche l’occasione per riscoprire il patrimonio pittorico presente in città che, forse, non tutti i cittadini conoscono; in particolare si tratta di opere conservate nella pinacoteca Mus'A del Canopoleno oltre al “martirio” di Mattia Preti della chiesa delle Monache Cappuccine. Al centro del percorso espositivo un capolavoro della produzione giovanile di Caravaggio, la Medusa Murtola.

La pittura di Mattia Preti è grande scenografia, immensa decorazione che riempie le chiese di Malta, isola dove l’artista ha vissuto gli ultimi trent’anni di vita. E proprio da lì, da isola ad isola, arriva a Sassari Keith Sciberras, professore di Storia dell’Arte all’Università di Malta, ad offrire il suo punto di vista su Preti: uno dei pochi artisti caravaggeschi del Barocco italiano che, al pari di Caravaggio, lavorò a Roma, Napoli e Malta, e che, come lui, fu insignito del titolo di Cavaliere della Croce dell’Ordine di Malta per il suo virtuosismo artistico. Titolo che l’artista, noto appunto anche come il Cavalier Calabrese, mantenne con orgoglio fino alla morte, che lo raggiunse dopo una lunga e operosa vita.

Strada che Michelangelo Merisi da Caravaggio ebbe difficoltà a percorrere. Nel 1608 venne imprigionato, ed espulso dall’ordine. Le circostanze di tale evento rimangono misteriose ma si suppone che si tratti di una lite in cui un cavaliere rimase gravemente ferito.

Il tema del dipinto sassarese di Mattia Preti è legato al protomartire venerato in Sardegna, ma della storia di questa opera si sa davvero poco. L’occasione di oggi pone due studiosi a confronto, un divulgatore d’arte a tutto campo ed un rappresentante dell’Accademia, diranno la loro su un’opera che appartiene alla città di Sassari e dai sassaresi deve essere conosciuta e compresa. L’importante appuntamento è voluto dall’associazione culturale “Sassari Rinascimento” presieduta da Franco Manca con il coordinamento organizzativo di Luciano Serra. Coordina i lavori il giornalista Gianbernardo Piroddi. L’ingresso è gratuito.

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