La Nuova Sardegna

Emergenza siccità in Sardegna, Abbanoa lancia l’allarme: acqua razionata in molti centri

di Luca Rojch
Il bacino del Liscia è quasi a secco in Gallura
Il bacino del Liscia è quasi a secco in Gallura

Restrizioni a Sassari e Alghero, risorse al minimo e non potabili in Gallura. Allarme anche nel Nuorese, nel Mandrolisai ci sono scorte per appena 50 giorni e il Sud è in preallerta

06 novembre 2015
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SASSARI. Un tuffo nel passato, quando l’acqua arrivava con il contagocce nelle case. I rubinetti iniziavano a soffiare aria dal pomeriggio. Tutta colpa di un clima impazzito che anno dopo anno trasforma l’isola in una provincia monsonica.

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L’alluvione porta con sé la beffa di bacini vuoti. In Sardegna è emergenza siccità. E in particolare nelle zone colpite dai nubifragi.

Abbanoa. L’allarme non lo lanciano occhialuti esperti dell’università, ma il signore delle acque: Abbanoa. Il gigante idrico afferma che negli invasi ci sono scorte per nani. I livelli degli invasi sono ai minimi in particolare a Sassari, Nuoro e in Gallura. In alcuni centri come Sassari e Alghero sono già scattate le restrizioni.

Rubinetti chiusi. Abbanoa informa che se non dovessero arrivare le piogge in pochi giorni sarà indispensabile ampliare le restrizioni. «Alla base di tutto c’è l’approvvigionamento – scrivono i vertici di Abbanoa –. Nell’isola l’85 per cento delle risorse idriche arrivano da bacini di superficie, laghi artificiali. Capienza e disponibilità d’acqua sono legate alle variazioni climatiche e alle piogge. Non solo. Le acque sono di scarsa qualità e hanno bisogno di complessi processi di potabilizzazione messi a dura prova quando i livelli dei laghi sono ai minimi termini come in questo periodo. Il restante 15 per cento dipende da fonti locali, sorgenti e pozzi, anche queste soggette agli andamenti stagionali».

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Sassarese. Tutto il sistema idrico della Sardegna nord occidentale, Coghinas, Bidighinzu, Cuga, Temo e Casteldoria, è in sofferenza. Ci sono solo 161 milioni di metri cubi d’acqua, il 47% della capienza. Si è ridotta la produzione di acqua da distribuire in rete. Da ieri a Sassari è stata sospesa l’erogazione dalle 18 fino alle 4 di mattina. Ma le chiusure dalle 22 alle 4 erano già partite da fine luglio. Ulteriori restrizioni a Ittiri, Tissi, Ossi, Osilo, Muros, Uri, Sorso, Sennori e Codrongianus. Anche ad Alghero oggi e domani l’acqua sarà tagliata dalle 24 alle 5.

Gallura. E proprio nella Gallura martoriata dalle alluvioni c’è la situazione più critica. L’invaso del Liscia che alimenta gran parte la maggior parte dei centri. Ci sono appena 35,84 milioni di metri cubi, il 34,46 %. Un record negativo. Non solo è poca l’acqua è anche torbida e con un’alta concentrazione di manganese: 500 microgrammi per litro. Impossibile renderla del tutto potabile. A Olbia, Golfo Aranci e Arzachena sono scattate le ordinanze di non potabilità. A Santa Teresa, Palau e La Maddalena è stata dirottata acqua dal potabilizzatore di Pedra Majore che ha consentito una migliore miscelazione dell’acqua distribuita nelle reti comunali.

Nuorese. In sofferenza anche gli invasi Olai e Govossai,ma per ora non sono previste restrizioni. La maggiore criticità è nell’invaso del Torrei (Aritzo, Tonara, Mandrolisai e Barigadu) con appena 226mila metri cubi, sufficienti per appena 50 giorni e con qualità dell’acqua sempre più scadente. Livello di allerta anche per il lago Maccheronis dal quale dipendono i centri dell’Alta Baronia. Il Cedrino ha maggiori risorse rispetto all’anno scorso: 11,28 milioni di metri cubi contro i 4,41 milioni nel 2014.

Sud Sardegna. Tutto il sistema Tirso-Flumendosa, Province di Cagliari, Oristano e Medio Campidano, del Sulcis e dell’Ogliastra sono a livello di preallerta, ma con scorte sufficienti.

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