La Nuova Sardegna

Energia, l’isola chiede risposte a Roma

Energia, l’isola chiede risposte a Roma

Il nodo essenzialità: martedì Pigliaru dal ministro Guidi. E il consiglio regionale si riunisce sulla vertenza Alcoa

18 novembre 2015
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SASSARI. Sarà la giornata dell’energia. Contro la revoca del regime di essenzialità, per prorogare quello della superinterrompibilità e per cercare di dare risposte agli operai che da anni attendono nel limbo. Martedì 24 la Sardegna sarà a Roma. Davanti e dentro la sede del Mise, Ministero dello sviluppo Economico, per chiedere al governo di non spegnere la luce.

Il nodo essenzialità. La richiesta del governatore Francesco Pigliaru, sostenuta da un appello firmato da 22 parlamentari isolani, è stata accolta. Il presidente della Regione insieme ai sindacati sarà ricevuto martedì alle 17 dal ministro Federica Guidi e dal sottosegretario Claudio De Vincenti. All’ordine del giorno la questione essenzialità. Terna due settimane fa ha inviato all’Authority per l’energia l’elenco delle centrali alle quali nel 2016 dovrebbe essere garantita la proroga del regime di essenzialità, che prevede contributi economici sulla produzione. Dall’elenco sono state escluse le centrali di Fiume Santo, Ottana e Portovesme. Il motivo: i lavori eseguiti nella rete elettrica isolana, con un investimento di circa 800 milioni, l’hanno resa sicura e meno soggetta a black out improvvisi. In ogni caso, per arginare i rischi, Terna suggerisce la proroga dell’essenzialità per la centrale termica a turbogas di Assemini, l’unica che – per le sue particolari caratteristiche, garantirebbe la riaccensione della rete in caso di black out. Sulla questione oltre al mondo politico è insorto quello sindacale, allarmato per le possibile conseguenze: senza le agevolazioni, le centrali potrebbero chiudere e lasciare a casa, tra diretti e indiretti, circa 5mila lavoratori. L’appuntamento è cruciale perché il giorno successivo il ministro Guidi sarà a Bruxelles per discutere di costi dell’energia. E il 27, venerdì, l’elenco delle centrali “essenziali” diventerà definitivo.

Bolletta pesante. Con il discorso essenzialità si intreccia a doppio filo quello dei costi dell’energia. C’è Alcoa, la fabbrica dell’alluminio di Portovesme, che la lotta per la sopravvivenza l’ha iniziata molti anni fa. Ieri, in pieno centro a Cagliari, l’ennesima manifestazione di protesta per le risposte che non arrivano. Martedì, a Roma, accanto ai lavoratori e ai sindacati, ci sarà l’intero consiglio regionale. Il presidente Gianfranco Ganau ha convocato l’assemblea per le 16 nella sede della Regione a Roma, un’ora prima dell’incontro al Mise sull’essenzialità. Ganau ha accolto una proposta del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, al termine dell’incontro fra i capigruppo, i sindacati di categoria del settore energetico, una delegazione di lavoratori e di amministratori locali del Sulcis-Iglesiente. Il calendario cammina veloce: se entro il 31 dicembre Governo ed Unione europea non definiranno uno strumento per abbattere i costi energetici, andrà in fumo la vendita di Alcoa alla multinazionale Glencore. In gioco ci sono

Verso la chiusura. Intanto c’è chi ha già annunciato che getterà la spugna. Si tratta della Portovesme srl: se non sarà prorogato entro il 30 novembre il regime di superinterrompibilità (agevolazioni per le aziende che accettano interruzioni nell’erogazione di corrente in cambio di compensazioni),l’azienda ha comunicato che manderà a casa tutti i dipendenti. (si. sa.)

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