La Nuova Sardegna

PIANO MANCINI»GLI INTERVENTI

di Enrico Gaviano

OLBIA. La strategia anti alluvione di Olbia è iniziata all’indomani del passaggio tragico del Ciclone Cleopatra. La legge parla chiaro: dopo un’alluvione bisogna operare una variante di adeguamento...

18 novembre 2015
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OLBIA. La strategia anti alluvione di Olbia è iniziata all’indomani del passaggio tragico del Ciclone Cleopatra. La legge parla chiaro: dopo un’alluvione bisogna operare una variante di adeguamento al Pai regionale (Piano di assetto idrogeologico). Il lavoro strutturale portato avanti per un anno e mezzo e curato dai tecnici incaricati dall’amministrazione comunale (l’ingegnere del Politecnico di Milano Marco Mancini e il geologo dell’università di Sassari Giovanni Tilocca) ha partorito il piano delle opere per la mitigazione del rischio idrogeologico. Un progetto da 125 milioni di euro che a maggio è stato approvato in tempi record dal consiglio comunale olbiese e che ha consentito così di rientrare nel piano nazionale strategico “Italia sicura”. Olbia non è città metropolitana ma, in questo caso, ha avuto lo stesso trattamento di Metropoli come Milano, Firenze, Genova, Roma, Torino, Napoli e anche Cagliari.

Cinque lotti. Dal governo 81,2 milioni di euro, a cui si aggiungono circa 44 milioni di finanziamenti regionali. Mancini e Tilocca hanno articolato il piano in 5 lotti successivi, prevedendo un arrivo a rate dei fondi. Cosa purtroppo molto usuale in Italia. Comunque il primo lotto prevede la realizzazione di vasche di laminazione, la risoluzione delle criticità di via Amba Alagi e l’abbattimento delle opere incongrue, per il quale sono in effetti già disponibili 25,3 milioni di euro. Il secondo lotto riguarda la risagomatura del Rio San Nicola e un diversivo sul Zozò (costo 22 milioni). Il terzo lotto invece prevede la risagomatura del rio Siligheddu con un costo di quasi 47 milioni di euro. Il quarto lotto invece si realizza con gli interventi sui corsi d'acqua Gadduresu, Paule Longa, Tilibbas e Pasaba (costo 21 milioni). Infine il quinto lotto con le opere di completamento e di messa in sicurezza idraulica come interventi su Paule Longa, l'adeguamento del reticolo minore del rio Gadduresu in via San Michele, la manutenzione diffusa del reti colo di drenaggio minore, la realizzazione di due stazioni di misura delle portate sul Rio Seligheddu e sul Rio San Nicola (una decina di milioni).

Al lavoro sul primo lotto. Si stanno ripetendo in queste settimane i viaggi dell’assessore all’urbanistica Carlo Careddu e dei tecnici a Cagliari per affrontare in Regione progettazione e realizzazione dei lavori previsti per il primo lotto. Il punto qualificante di questa fase sono le 4 vasche di laminazione, sorta di camere di compensazione in cui raccogliere l’acqua in casi di emergenza, e l’abbattimento delle opere incongrue, cioè alcuni ponti che ostruiscono il passaggio dell’acqua, che verranno ricostruiti in maniera più logica. Sono sparsi lungo il Siligheddu, il San Nicola e il Gaddhuresu. Il primo a saltare è stato quello di via Vittorio Veneto, abbattuto per ordine del sindaco il 1° ottobre, per evitare ulteriori danni durante il Ciclone Mediterraneo. Abbattuta senza ricostruzione la rampa davanti al Nespoli. Costruita nel 1992, nonostante l’allarme lanciato con una lettera dagli abitanti di Baratta, che scrissero al prefetto, al presidente della provincia di Cagliari, all’assessore Carlo Marcetti, al sindaco Gian Piero Scanu, al consigliere regionale Nardino Degortes, al senatore Mario Cocciu. «Quel ponte è pericoloso» scrissero. A distanza di 23 anni i fatti hanno confermato che l’allarme non era campato in aria.

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