La Nuova Sardegna

la mozione

Sfiducia all’assessore Deiana di Riformatori e Forza Italia

di Serena Lullia

OLBIA. Via dalla giunta regionale. Almeno questo è l’augurio con cui i Riformatori presentano la mozione di sfiducia contro l'assessore ai Trasporti Massimo Deiana, autografata pure da Forza Italia....

22 novembre 2015
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OLBIA. Via dalla giunta regionale. Almeno questo è l’augurio con cui i Riformatori presentano la mozione di sfiducia contro l'assessore ai Trasporti Massimo Deiana, autografata pure da Forza Italia. Ma il partito spera anche nella firma del consigliere maddalenino dell’Upc, Pier Franco Zanchetta. Ma la mozione, come precisa Giovanni Pileri, coordinatore per la Gallura dei Riformatori, è più un atto politico che uno strumento reale per mandare via Deiana. La sfiducia deve avere i numeri per passare al voto del Consiglio. E sarà discussa solo dopo la finanziaria. Entro la fine dell’anno. Difficilmente la maggioranza butterà dalla torre il suo assessore.

I Riformatori lanciano da Olbia l’assalto a Deiana. «Il problema della continuità con le isole minori non è solo di La Maddalena o di Carloforte ma di tutto il territorio – afferma il coordinatore Pileri –. Il bando per la gestione del servizio ex Saremar non ci piace, non dà garanzie di continuità del servizio, né sul futuro dei marittimi Saremar. E creerà il monopolio delle tariffe. Avremmo preferito e continuiamo a chiedere all'assessore Deiana di fare un passo indietro. E di attivare la gestione del trasporto in house nel rispetto del regolamento europeo». Il consigliere regionale Attilio Dedoni rincara la dose. «Questa mozione è contro la gestione fallimentare dell’intero settore dei trasporti portata avanti da Deiana – dice –. Dalla continuità aerea ai treni passando per quella marittima. Se il consigliere Zanchetta firma la mozione contro Deiana io sono pronto a sostenere la sua per portare il G7 a La Maddalena».

Intanto sulla scrivania del governatore Francesco Pigliaru arriva una lettera aperta da La Maddalena, con circa 5mile firme allegate. «La Sardegna non può permettersi di essere divisa al suo interno. L’isola madre non può lasciare indietro le comunità presenti sulle altre isole figlie. I trasporti non meritano di essere lasciati alla mercè del solo intervento del privato. Dobbiamo salvare la continuità e tutti coloro che sino a oggi l’hanno garantita in modo eccellente».

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